Iniziano a diventare sempre più rilevanti le accuse per Benjamin Netanyahu di aver ricevuto cospicui finanziamenti dal Qatar per la campagna elettorale. I movimenti che inizialmente sono stati rivelati da alcuni documenti pubblicati nell’ambito di un’inchiesta internazionale chiamata: “Project Raven” e riportata sul Corriere della Sera. Dai file ribati emerge infatti che il premier avrebbe ricevuto fino a 65 milioni dal governo di Doha, lo stesso che è stato più volte accusato di essere uno dei principali finanziatori dei terroristi di Hamas.
Una delle principali prove sarebbe una lettera del 2012 in cui il ministro delle Finanze del Qatar, scrive a Netanyahu circa 15 milioni di dollari, a titolo di “Partecipazione alla sua prossima campagna elettorale”. La seconda comunicazione trapelata è del 2018 e parla invece di 50 milioni di dollari versati al leader israeliano per “Rapide necessità di sostegno finanziario“. Questa vicenda se prima era rimasta un po’ nell’ombra, ora come sostiene il colonnello in pensione ed ex consigliere per l’antiterrorismo Yigal Carmon, se ne fosse confermata l’attendibilità, potrebbe mettere fine a tutta la carriera politica di Netanyahu.
Documenti Project Raven, “Finanziamenti da Qatar a Netanyahu per 65 milioni di dollari”
Project Raven è una inchiesta che proviene da un’azione di hackeraggio di documenti del governo del Qatar, effettuata con un finanziamento da parte degli Emirati Arabi, che stavano studiando modo per sorvegliare le mosse di eventuali attivisti per i diritti umani critici e in contrapposizione con la monarchia. ma anche per tenere d’occhio e controllare i governi, specialmente di alcuni paesi tra cui: Turchia, Francia, Iran, Yemen, Libano e Israele. Tra i file rubati quindi sarebbero emerse anche queste comunicazioni, molto compromettenti, su versamenti di “mazzette” da parte del Ministero delle finanze di Doha, nei confronti di Netanyahu per sostenere la sua campagna elettorale.
Al momento si tratta di lettere che parlano di movimenti per almeno 65 milioni di dollari. I documenti incriminanti sono ora stati pubblicati sul sito dell’Istituto di Ricerca Memri, e in caso di conferme potrebbero dare origine ad una nuova tempesta politica che potrebbe concludersi con la caduta di Netanyahu.