Decisione significativa di Netflix, che ha deciso di tagliare il prezzo dell’abbonamento in oltre trenta Paesi del pianeta. A inquadrare meglio la situazione è “Il Sole 24 Ore”, con particolare riferimento all’edizione del quotidiano in edicola sabato 25 febbraio. Su quest’ultima campeggiano le dichiarazioni di un portavoce di Netflix, il quale ha commentato: “Siamo sempre alla ricerca di modi per migliorare l’esperienza dei nostri abbonati, quindi abbiamo aggiornato i prezzi dei nostri piani in alcuni Stati”.



Come anticipato dal “Wall Street Journal”, i prezzi sono stati rivisti al ribasso in diverse aree geografiche. Alcuni esempi? Nel Medio Oriente, in Yemen, Giordania, Libia e Iran, ma anche nei mercati dell’Africa sub-sahariana, incluso il Kenya, e nei Paesi del Vecchio Continente come Croazia, Slovenia e Bulgaria. “Sappiamo – hanno spiegato ancora da Netflix – che gli abbonati non hanno mai avuto più scelta di quella attuale in merito all’intrattenimento. Poiché nel corso degli anni abbiamo lavorato per diventare più sofisticati sui prezzi, ora possiamo anche impegnarci a garantire che Netflix continui a essere accessibile agli abbonati di tutto il mondo”. La strategia, di fatto, è chiara: aumentare il bacino di utenti attuando uno sconto sulle tariffe tradizionali, così da incrementare comunque i ricavi.



NETFLIX ABBASSA IL PREZZO DELL’ABBONAMENTO IN TRENTA PAESI

Inoltre, la flessione dei costi per gli utenti varata da Netflix va letta anche in un’ottica di confronto con i competitors del settore, che continuano ad aumentare e a rappresentare un’insidia sempre più consolidata. Per il momento, analizza “Il Sole 24 Ore”, Netflix rimane l’azienda leader nel mercato dello streaming, tanto che “gli abbonati
sono più numerosi solo per Disney, ma solo se considerata nel suo complesso e non per Disney+”, e “ha chiuso il 2022 con ricavi a quota 31,61 miliardi di dollari, (+6,4%) e utili per 4,5 miliardi che invece sono risultati in forte flessione (-12,1%)”.



Gli abbonati Netflix, inoltre, “sono saliti a 230,75 milioni, con un saldo positivo di 7,66 milioni rispetto al terzo trimestre 2022. In Usa e Canada i sottoscrittori sono scesi dell’1,2%, mentre “nell’area dell’Asia Pacifico il ricavo medio per utente dei 38 milioni di abbonati è sui 7,69 dollari”.