Scene da far west a Nettuno, dove un poliziotto ha sparato verso un commerciante in autogrill al culmine di una lite. I due avevano avuto un diverbio su Facebook. L’agente della Squadra mobile di Roma, in base a quanto emerge dalle prime indiscrezioni, sarebbe stato attirato in quel luogo dall’uomo, che aveva utilizzato un profilo falso. Da lì l’acceso confronto, terminato con il corpo di arma da fuoco indirizzato all’auto del contendente, che stava per allontanarsi.
La dinamica di quanto accaduto è ancora da chiarire. Le indagini sono a cura della Procura di Velletri e del commissariato di Anzio. Il commerciante – un pregiudicato – è iscritto nel registro degli indaganti con le accuse di minacce e lesioni personali. Sarebbe stato proprio lui, infatti, a dare inizio alla lite. Inizialmente i due si sono affrontati a parole, poi sono passati alle mani. Le immagini delle videocamere di sorveglianza dell’autogrill e le testimonianze dei presenti saranno indispensabili per ricostruire i fatti.
Poliziotto spara a commerciante in autogrill: cosa è successo
La lite tra il poliziotto ed il commerciante, in base a quanto ricostruisce il Messaggero, ha avuto inizio intorno alle 11.00 di ieri mattina. I due si erano accordati su Facebook per incontrarsi davanti all’autogrill di via Santa Barbara, a pochi passi dall’ospedale civile di Anzio. L’obiettivo era risolvere una questione personale, probabilmente legata ad una donna.
Parole subito forti tra i due. Poi, quando l’agente della Squadra mobile di Roma si è identificato, mostrando il distintivo, l’altro lo ha aggredito. Pugni e spintoni, prima di allontanarsi verso l’auto, minacciando di recarsi al pronto soccorso e di denunciarlo. Il poliziotto, a quel punto, ha estratto la pistola d’ordinanza – che è stata adesso sequestrata – e ha sparato un colpo, prendendo la gomma posteriore. Da capire se lo abbia fatto per timore di essere investito. A chiamare i Carabinieri di Anzio, a quel punto, è stato un testimone. I litiganti sono stati trasportati in commissariato per mettere per iscritto le rispettive posizioni. Uno rischia un provvedimento disciplinare e la sospensione del porto d’armi, l’altro – già pregiudicato – ulteriori guai con la giustizia.