I netturbini di Ama, l’azienda dei rifiuti di Roma, si ribellano contro il caldo, chiedendo “la siesta”. Come riferito dal sito di Repubblica, i lavoratori hanno chiesto una pausa di almeno dieci minuti ogni ora, per potersi riparare dal caldo o dissetarsi, alla luce del clima torrido di queste settimane in Italia. In caso contrario, fanno sapere gli stessi netturbini di Ama, ridurranno la quantità di rifiuti da raccogliere.



“Fa troppo caldo e abbiamo troppo lavoro, vogliamo che l’azienda preveda pause di almeno dieci minuti ogni ora soprattutto per chi lavora di pomeriggio”, sono le parole di Fabio Bigonzi, 55enne netturbino che lavora presso l’Ama da 32 anni, zona piazza di Spagna e Fontana di Trevi: “Stiamo lavorando in condizioni estreme – ha continuato – molti di noi hanno accusato malori e hanno dovuto prendere giorni di riposo associato alla malattia a causa di caldo e dello stress. Ma non chiamateci assenteisti, siamo da battaglia”. Se non verranno ascoltati dall’azienda, i lavoratori minacciano uno sciopero bianco, leggasi, “lavorare al minimo sindacale – scrive il quotidiano romano – senza caricare altri rifiuti come vetro e cartone”.



NETTURBINI AMA VOGLIONO LA SIESTA: “SIAMO INDIGNATI”

I netturbini di Ama rilanciano: “Siamo indignati – continua Fabio – perché da giorni i funzionari dell’azienda girano con la macchina per fotografarci e controllarci se ci prendiamo momenti di riposo o ci fermiamo a bere acqua dalle fontanelle: ma per noi è fondamentale perché a volte carichiamo anche vetro e cartoni che non dovremmo prendere. In Ama ci saranno pure alcuni lavativi ma negli ultimi due anni ci sono stati due incendi, al Salario e a Malagrotta, che hanno provocato forti disservizi e ritardi: se ci sono i rifiuti per strada non è colpa nostra, i tir non possono scaricare i rifiuti negli impianti e noi siamo costretti a rimanere con i nostri mezzi pieni di rifiuti nei depositi”.



Il gruppo Lila, Laboratorio idee lavoratori di Ama, aggiunge: “Chiediamo all’azienda un ordine di servizio – le parole di Maurizio, portavoce del gruppo – vogliamo pause di dieci minuti almeno ogni ora soprattutto nei turni pomeridiani: serviranno per refrigerarsi a una fontanella e riposarsi all’ombra perché la situazione è davvero drammatica con questo caldo. Altrimenti dovremmo ridurre il carico di lavoro perché i netturbini non ce la fanno più. Siamo costretti ad affrontare carichi di lavoro più forti del normale e in più non possiamo vergognarci se ci fermiamo a bere alle fontanelle né essere fotografati come stanno facendo i nostri funzionari”.