E’ notizia di oggi l’impianto per la prima volta nel cervello del sistema Neuralink, chip e progetto di Elon Musk che ha l’obiettivo di far connettere l’uomo ai computer solo col pensiero, ma che in futuro non troppo lontano dovrebbe aiutare le persone affette da malattie neurodegenerative a migliorare la propria esistenza. Ma come funziona Neuralink? Come segnala il quotidiano Il Mattino il prodotto si chiama Telephaty (telepatia), un impianto che permette di “di avere il controllo del telefono o del computer semplicemente pensando”, ha spiegato Musk attraverso un post su X. I primi utilizzatori saranno le persone che non hanno gli arti. “Immaginate se Stephen Hawking potesse comunicare più velocemente di un dattilografo o di un banditore. Questo è l’obiettivo”, ha aggiunto Musk. Di fatto vengono inseriti dei sensori, chiamati Stentrode, all’interno dei vasi sanguigni raggiungendo la parte superiore del cervello.



Questi sensori sono controllati da remoto attraverso un ricevitore wireless che viene introdotto sottopelle all’altezza del torace chiamato “Synchron Switch”, che permette di trasformare in segnali digitali gli impulsi cerebrali per poi trasmetterli a pc, tablet e smartphone. Basterà ad esempio pensare di muovere una mano e l’iPad o il pc registrerà il pensiero come se fosse un tocco di un dito sullo schermo. In merito alla sicurezza Musk ha fatto sapere che gli impianti sono assolutamente sicuri e assolutamente non invasivi, e proprio per questo l’uomo più ricco del mondo ha spiegato che: “Potrei farmi impiantare un dispositivo Neuralink in questo momento e tu non lo sapresti nemmeno”.



NEURALINK, COS’È E COME FUNZIONA: “IMPIANTO INVISIBILE E SIGILLATO”

Secondo quanto riferisce Neuralink l’impianto è “totalmente impiantabile, esteticamente invisibile e disegnato per permetterti di controllare un computer o un dispositivo mobile ovunque tu vada”. All’interno dell’impianto troviamo il sensore N1 Sensor che è costituito da 1.024 elettrodi distribuiti su 64 fili quasi invisibili, che registrano tutta l’attività neuronale del cervello. L’impianto viene sigillato ermeticamente in un rivestimento biocompatibile che “resiste a condizioni fisiologiche che sono molte volte più rigide di quelle del corpo umano”, come fa sapere ancora l’azienda. E’ presente anche una batteria che si ricarica dall’estero via induzione.



Visto lo spessore minimo dei fili citati sopra, nessun essere umano è in grado di maneggiarli ma serve un apposito robot chirurgo realizzato sempre dalla stessa azienda che “inserisce questi fili esattamente dove devono essere”.