Le Elezioni Usa 2020 non hanno visto solo la sfida delle Presidenziali, dei Governatori e del Congresso: erano diversi gli appuntamenti referendari in palio e dal Nevada arriva la novità forse più clamorosa, con il Sì alle nozze gay inserito in Costituzione abrogando una misura del 2002. Con questo risultato il Nevada diventa così il primo stato americano che ammette la comparazione del matrimonio tra persone omosessuali con quello “canonico”. Rovesciando la norma approvata 18 anni fa – nel 2002 la legge che definiva il matrimonio “l’unione di un uomo e di una donna” – il referendum “Marriage regardless of gender amendment” ha portato il 62% degli elettori ad esprimersi in favore dell’abrogazione, mentre solo il 38% si è detto contrario alla proposta sostenuta dal Partito Democratico. Nel 2009 il Nevada aveva già approvato una legge sulle unioni civili, anche se poi con la sentenza della Corte Suprema del 2015 i matrimoni gay sono stati riconosciuti legali in tutti gli Stati Uniti. Nel provvedimento approvato con il referendum si sancisce anche il diritto per le organizzazioni religiose e i membri del Clero di rifiutarsi di celebrare un matrimonio omosessuale.



COSA CAMBIA DOPO IL REFERENDUM DEL NEVADA

«E’ bello che abbiamo fatto decidere agli elettori – ha spiegato alla Nbc News Chris Davin, presidente di Equality Nevadasono state le persone a decidere, non i giudici o i rappresentanti eletti. Questa è democrazia diretta, è così che tutto dovrebbe essere»: con il referendum del Nevada ora è l’intero ordinamento americano che potrebbe nei prossimi anni modificarsi con altri Stati che potrebbero seguire l’input e presentare altrettanti referendum/proposte di legge federali. Se durante la Presidenza Trump diversi Stati assieme alla Corte Suprema avevano ricevuto – e respinto – alcuni progetti di legge di stampo Lgbt, con il cambio al vertice alla Casa Bianca si potrebbe assistere ad un fitta legislazione “a cascata” proprio a partire dal referendum dello Stato del Nevada. Sono gli stessi Stati “dem” a temere che la nuova Corte Suprema in maggioranza conservatrice possa revocare la sentenza del 2015 che protegge il matrimonio gay a livello federale.

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