Un reportage lunghissimo, tradotto anche in italiano, col quale il New York Times mette “gli occhi” sull’Italia e sulla Regione Lombardia nei giorni caldissimi della prima ondata: da Bergamo ad Alzano fino a Nembro, è qui dove è esplosa letteralmente l’ondata di Covid-19 nel nostro Paese, con il numero di vittime altissimo e le sirene delle ambulanze che hanno continuato per mesi ad imperversare su quella terra. L’inchiesta del NYT rivela una serie di indicazioni fallaci e ritardi burocratici che avrebbero fatto sì che si siano perse «molte più vite del necessario»: ritardi, mancanza di preparazione e di un piano pandemico strutturato, ma anche condizionamenti più o meno diretti tra Governo e territori, tanto di questo ha concorso alla drammatica “strage di Bergamo”. «Uno dei più letali campi di sterminio del mondo occidentale», addirittura lo definisce così l’area di Bergamo il quotidiano americano. Da quando l’anestesista di Codogno ha deciso di “rompere il protocollo” davanti al “paziente zero” per testare dei dati che non la convincevano su quella polmonite non standard, tutto è cambiato e ancora purtroppo non è finito.



SANITÀ E POLITICA: LE CRITICHE DEL NEW YORK TIMES

L’inchiesta del New York Times sottolinea diversi errori nella gestione sanitaria di Bergamo e della zona da parte delle autorità locali e regionali – «generarono dieci giorni di indecisione con scelte che dovevano essere fatte ma non lo furono» – ma anche le scelte politiche più a livello nazionale: «quando l’Italia ha bloccato l’intera Regione e poi l’intero Paese, Bergamo era persa». Sono allegate al dossier diverse interviste, reportage video e foto sul sito NYT che conterebbero il grado di estremo caos in Lombardia nei primi mesi del 2020: «non furono testati i primissimi ad ammalarsi, seguendo le linee-guida dell’Oms che raccomandavano i test solo per chi aveva legami con la Cina». Se viene attaccata la Regione per i presunti limiti dei protocolli che hanno confuso i medici in quei mesi, il giornale made in Usa contesta anche al Governo Conte la colpevole mancata azione: «rinvii del governo sulla zona rossa alle presunte pressioni delle lobby industriali», attacca il NYT citando l’inchiesta tutt’ora in corso sui casi Alzano e Nembro. Da ultimo, il quotidiano Usa segnala come il Presidente del Consiglio abbia rifiutato un’intervista specifica sul reportage, negando però di aver ricevuto «pressioni da parte di Confindustria» mentre il Governo decideva cosa fare con l’area di Bergamo a febbraio 2020.

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