Continua l’ormai chiara – e più volte denunciata da ogni parte del mondo – persecuzione religiosa messa in campo in Nicaragua dal presidente Daniel Ortega che nel corso degli ultimi anni (soprattutto dal 2018 in poi) ha messo in piedi una vera e propria macchina persecutoria che sta progressivamente allontanando dal paese dell’America Latina tutte le organizzazioni no-profit e quelle religiose non allineate alla sua guida autoritaria: l’ultimo atto di questa campagna persecutoria del Nicaragua ha colpito una 30ina di suore dell’ordine di Santa Clara – anche dette semplicemente ‘Clarisse’ – che tra il 28 e il 29 gennaio sono state forzatamente prelevate dai loro monasteri sparendo nel nulla.
In particolare, l’irruzione delle guardie del Nicaragua ha interessato i monasteri di Managua, Matagalpa e Chinandega – un centinaio di km a nordest della capitale, vicino al confine con l’Honduras – e secondo quanto riferisce la ricercatrice Martha Patricia Molina sarebbe stata data loro la possibilità di portare con sé solamente “ciò che avano in mano”: attualmente – spiega ancora – “non si sa dove si trovino” e non è chiara neppure quale sia l’accusa mossa a loro carico.
Nicaragua: i (pochi) dati certi sulla persecuzione religiosa da parte di Daniel Ortega
Una possibile spiegazione all’arresto delle suore in Nicaragua potrebbe arrivare dal simile destino capitato recentemente alla congregazione delle Missionarie della Carità di Teresa di Calcutta che sono state improvvisamente espulse dal paese con l’accusa di aver violato “le leggi sul finanziamento del terrorismo e sulla proliferazione di armi” e di aver operato senza delle non meglio precisate “autorizzazioni”.
Sempre negli ultimi giorni – inoltre – in Nicaragua sono state messa anche al bando altre 10 associazioni no-profit che hanno portato il totale di quelle bandite – come dicevamo prima, dal 2018 ad oggi – a più di 5mila e 600: un dato al quale secondo la già citata ricercatrice Molina va anche aggiunto quel totale di 14 congregazioni di suore che sono state espulse dal paese per volere di Daniel Ortega, delle quali abbiamo certezza solamente di sette perché le altre sono coperte da anonimato per preservare “la sicurezza delle religiose” che non si lasciano intimidire dal dittatore.