Crescono i timori per il vescovo Rolando José Álvarez, che sarebbe stato arrestato e portato via. Monsignor Álvarez era confinato da due settimane all’interno della diocesi di Matagalpa, in Nicaragua, assieme ad altri sacerdoti e laici. È di oggi la notizia, rilanciata da Le Monde, che le forze di polizia di Daniel Ortega hanno fatto irruzione nella diocesi di Matagalpa prima dell’alba. La stessa diocesi ha lanciato un messaggio straziante sui propri social, scrivendo che “In questo momento la Polizia Nazionale è entrata nella canonica episcopale della nostra diocesi di Matagalpa”.
Pablo Cuevas, avvocato del Comitato permanente non governativo per i diritti umani, in un videomessaggio ha parlato di “arresto arbitrario e abusivo di monsignor Álvarez”. Parole di profondo dolore per l’arresto, privo di spiegazioni ufficiali da parte del governo di Ortega, arrivano anche dal vescovo ausiliare di Managua, Silvio José Baez, che “con cuore indignato e ferito, condanno il rapimento, effettuato di notte, del vescovo Álvarez. Chi sa, dica dov’è il mio fratello vescovo! Possano i suoi rapitori rispettare la sua dignità e liberarlo! Ancora una volta la dittatura riesce a superare il proprio male e il proprio spirito diabolico“.
Repressione della Chiesa in Nicaragua, gli ultimi attacchi del governo Ortega
In Nicaragua, il governo di Daniel Ortega si è reso responsabile di una feroce repressione nei confronti della Chiesa cattolica e dei suoi esponenti, di cui il rapimento di monsignor Álvarez è l’ultimo, gravissimo episodio. Monsignor Álvarez è infatti il terzo esponente della Chiesa a essere arrestato nel 2022. Ma la repressione della Chiesa passa anche per la chiusura delle stazioni radio: sono già otto quelle chiuse dal governo, di cui ben sette erano gestite dalla Chiesa. Colpito anche un canale televisivo nella provincia di Matagalpa, a nord di Managua.
La conferenza dei vescovi cattolici latinoamericani ha parlato di “assedio” di preti e vescovi, come riferisce Le Monde, mentre il Vaticano ha rotto il silenzio soltanto oggi, quando monsignor Juan Antonio Cruz, osservatore permanente del Vaticano presso l’Organizzazione degli Stati americani, ha domandato al governo del Nicaragua e alla Chiesa locale di “cercare vie di comprensione“. Come riporta Vatican News, parole di sostegno e vicinanza arrivano anche da monsignor Oscar Ojea, presidente della Conferenza episcopale argentina, che esprime “vicinanza fraterna” e afferma di seguire “con preoccupazione la situazione della Chiesa nel vostro Paese”.