Continua la (neanche tanto) lenta repressione del dissenso nel Nicaragua trasformato in una vera e propria dittatura dall’attuale presidente Daniel Ortega che con l’aiuto della fidata moglie Rosario Murillo – scelta, non a caso, come sua vice presidente, o ‘copresidente’ – punta a riscrivere interamente la Costituzione nicaraguense rendendola (quasi) un culto incentrato attorno alla sua persona: una lenta trasformazione che in Nicaragua è già in atto da diverso tempo e che sarà completata solamente tra qualche mese; ma che ora è arrivata ad attaccare anche direttamente la Chiesa di Roma per sancire una rottura netta con il Vaticano.



Facendo prima di tutto un passetto indietro, è bene ricordare che già da parecchio tempo il Nicaragua è al centro di una vera e propria persecuzione dei cattolici da parte del regime di Ortega che fino ad ora non si è mai risparmiato alcun colpo contro la Chiesa arrivando a cacciare – inizialmente – il nunzio apostolico e – successivamente – le suore di Madre Teresa di Calcutta; prendendosela da ultimo con preti, frati e ogni figura religiosa riconducibile al Vaticano a lungo incarcerata a poi espulsa ufficialmente.



Il nuovo attacco di Ortega alla Chiesa di Roma: nella Costituzione del Nicaragua vietato qualsiasi culto sotto il controllo straniero

Tornando al presente, nella nuovissima Costituzione di Ortega l’attacco alla Chiesa romana è evidente e chiaro, partendo da un articolo (che definire fasullo è dir poco) in cui si riconosce a tutti i cittadini del Nicaragua “la libertà di culto, fede e pratica religiosa in stretta separazione tra stato e Chiese”, precisando poco dopo che “nessuna persona o organizzazione può svolgere attività che attentino all’ordine pubblico” per poi – e qui veniamo alla rottura con il Vaticano – definire che “le organizzazioni religiose devono rimanere libere dal controllo straniero“.



A dare un’idea dell’obiettivo di Ortega è l’attivista Martha Patricia Molina – sentita dal quotidiano del Nicaragua Vida Nueva – che ha chiaramente definito la riforma un punto di rottura del “legame esistente tra il Papa (..) e la Chiesa cattolica nicaraguense” mirando a creare “una Chiesa parallela che non sia in comunione” con il Santo Padre permettendo alle forze dell’ordine di mettere in campo tutte “le azioni necessarie per garantire il pieno rispetto [della] disposizione“.