CONTINUA LA REPRESSIONE IN NICARAGUA CONTRO LA CHIESA: PRETE ARRESTATO DOPO MESSA DI CAPODANNO
Da Natale a Capodanno sono stati 14 i preti arrestati in Nicaragua in quella che si conferma essere una delle più dure e assurde repressioni “a cielo aperto” contro i membri della Chiesa Cattolica: l’ultimo sacerdote in ordine cronologico che è stato fermato dalle autorità dello Stato centroamericano è stato Padre Gustavo Sandino, parroco di Nostra Signora dei Dolori, arrestato ieri dopo la Santa Messa di Capodanno celebrata Santa María de Pastasma, nella Diocesi di Jinotega.
La conferma del vile arresto è stata data dall’avvocatessa in esilio Martha Patricia Molina, al media “100% Noticias”: poco prima nella capitale Managua il regime di Ortega aveva già fatto scattare gli arresti di padre Fernando Téllez Báez, parroco di Nostra Signora delle Americhe, e padre Jader Hernández, parroco della Madre del Divino Pastore. Le conferme questa volta vengono date dalle fonti dirette del Vaticano, riportate stamane su “Vatican News” dopo l’appello lanciato all’Angelus da Papa Francesco.
14 PRETI ARRESTATI TRA NATALE E CAPODANNO: L’APPELLO DEL PAPA CONTRO IL REGIME DI ORTEGA
«Seguo con viva preoccupazione quanto sta avvenendo in Nicaragua, dove Vescovi e sacerdoti sono stati privati della libertà. Esprimo ad essi, alle loro famiglie e all’intera Chiesa nel Paese la mia vicinanza nella preghiera», ha detto Papa Francesco celebrando la festa di Maria Santissima Madre di Dio, con la Santa Messa e il successivo Angelus di mezzogiorno da Piazza San Pietro. Alla preghiera insistente, conclude il Santo Padre rivolgendosi ancora alla tragica situazione in Nicaragua, «invito pure tutti voi qui presenti e tutto il Popolo di Dio, mentre auspico che si cerchi sempre il cammino del dialogo per superare le difficoltà. Preghiamo per il Nicaragua oggi».
Secondo le cronache confermate dalla Santa Sede, negli ultimi giorni appena prima di Natale fino all’inizio 2024, sono stati arrestati almeno 14 preti in tutto il Nicaragua: con loro anche i due seminaristi Alester Saenz e Tony Palacio e pure il vescovo di Siuna, monsignor Isidoro del Carmen Mora Ortega. Quest’ultimo è stato prelevato per il semplice fatto di aver pregato per monsignor Rolando José Álvarez Lagos, attuale vescovo di Matagalpa e amministratore apostolico della diocesi di Estelí, condannato dal regime nicaraguense a 26 anni di carcere senza regolare processo. Addirittura nei giorni di Natale e a Capodanno alcune chiese hanno invitato i fedeli a tornare a casa per timore di ondate di arresti e tensioni nelle parrocchie.
Dopo aver sciolto l’ordine locale dei Gesuiti e dopo i beni congelati di tutta la Chiesa Cattolica del Nicaragua, il regime totalitario di Ortega non sembra arrestare la persecuzione contro il popolo di Dio che semplicemente vive in maniera desta invocando la testimonianza del Vangelo piuttosto che il morso illiberale del potere statale. il cardinale e arcivescovo di Managua, Leopoldo José Brenes Solórzano, durante la Messa in Cattedrale per Capodanno, ha espresso la vicinanza «alle famiglie e alle comunità che in questo momento sentono la mancanza dei loro sacerdoti». L’appello è simile a quanto fatto oggi dal Papa, ovvero una unità di preghiera per un’unità ecclesiale: «questa è la nostra forza», ha concluso il card. Brenes Solórzano, «Con Maria, nostra madre, ai piedi della croce il Signore ci consoli e ci mostri la sua misericordia». Dopo mesi di continui attacchi contro la Chiesa, finalmente anche alcuni esponenti dell’Alto Commissariato per i diritti umani dell’Onu hanno lanciato un appello contro il regime: «il Nicaragua si sta allontanando sempre di più dallo stato di diritto e dalle libertà fondamentali perseguitando leader politici e indigeni, membri della Chiesa cattolica, attivisti e giornalisti con ripetuti casi di detenzione arbitraria».