In merito all’aggressione di Niccolò Bettarini, figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini, sono state di recente depositate le motivazione della sentenza di secondo grado che ha condannato i quattro ragazzi che hanno partecipato all’attacco. È il 2018. In una sera d’estate Bettarini, 19 anni, viene trascinato in una rissa e raggiunto da otto coltellate con una lama “di circa 20 centimetri di lunghezza”. Agli accusati, in stato di fermo e di custodia in carcere, il pm contesta immediatamente l’aggravante di “agito per motivi abietti e futili, quali essere “il figlio di Bettarini”, dal momento che, secondo quanto riportato da alcuni testimoni che hanno assistito alla scena, uno degli aggressori, poco prima di colpire il diciannovenne a colpi di fendente, avrebbe gridato: “Ti ho riconosciuto, sei il figlio di Bettarini, ti ammazziamo”. Raggiunto da otto coltellate, due al base toracica, una a un braccio, una alla coscia e altre due a un fianco, Bettarini viene trasferito immediatamente al pronto occorso, prima di essere ricoverato e successivamente operato per le ferite riportate.
L’AVVOCATO DI NICCOLÒ BETTARINI: “SENTENZA ESEMPLARE”
Lo scorso ottobre gli aggressori di Niccolò Bettarini sono stati condannati in appello con una sentenza che conferma quella di primo grado. A Davide Caddeo, il 30 enne che ha ammesso di aver inferto le coltellate, è stata riconosciuta in appella una pena di 8 anni (9 in primo grado), mentre per Albano Jakej la penna è passata da 6 anni e mezzo a 6 anni e 4 mesi. Confermate invece le condanne degli altri due aggressori, 5 anni e 6 mesi per Alessandro Ferzoco e a 5 anni per Andi Arapi. “Siamo soddisfatti perché è stata confermata la prima sentenza con una lieve riduzione di due pene, riduzione necessaria per rimediare a un piccolo errore di calcolo”, ha spiegato l’avvocato di Niccolò Bettarini, Giulio Benedetti, subito dopo la il verdetto di secondo grado. “E’ una sentenza esemplare, che rende giustizia per quel che è successo. Episodi violenti come questo non devono più accadere”.
NICCOLÒ BETTARINI SALVO GRAZIE “ALLA SUA CORPORATURA ROBUSTA”
La Corte di Appello di Milano ha di recente reso note le motivazioni della sentenza che lo scorso ottobre ha confermato le condanne per i quattro aggressori di Niccolò Bettarini. Secondo i giudici, in particolare, gli imputati avrebbero avuto la chiara volontà di uccidere, soprattutto a causa della “violenza e reiterazione dei colpi rivolti verso parti vitali del corpo”; inoltre, le motivazioni riferiscono che gli atti posti in essere dagli imputati sarebbero stati “idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte della parte lesa”, verso la quale i colpi sarebbero stati diretti anche nel momento in cui, ormai priva di forze, si trovava a terra, esanime. Secondo i giudici, Niccolò Bettarini sarebbe riuscito a salvarsi grazie ai suoi movimenti e alla “corporatura molto robusta”, oltre all’intervento dei suoi amici, che sono corsi tempestivamente in suo soccorso.