Solo per uno dei tre ceceni coinvolti nell’omicidio di Niccolò Ciatti è stato chiesto il rinvio a giudizio. Per gli altri due il pm spagnolo ha chiesto l’archiviazione provvisoria, istituto di diritto spagnolo che permette di rinnovare l’imputazione se dovessero emergere eletti nuovi durante il processo. Le richieste sono state avanzate ieri nell’udienza che si è tenuta davanti al giudice istruttore del tribunale di Blanes. In aula erano presenti due dei tre ceceni, gli avvocati difensori e la famiglia del 22enne fiorentino pestato e ucciso nell’agosto 2017 in una discoteca di Lloret de Mar. L’udienza si è tenuta in camera di consiglio ed è durata tre ore circa. Come riportato dal Fatto Quotidiano, il giudice si è riservato la decisione sul rinvio a giudizio, quindi la sentenza è prevista entro la fine di luglio. La procura spagnola ha chiesto dunque che sia processato Rassoul Bissultanov per omicidio volontario aggravato per la maggiore forza fisica e perché il 22enne era ormai a terra indifeso quando gli è stato sferrato l’ultimo colpo.



NICCOLÒ CIATTI, A PROCESSO SOLO UNO DEI TRE CECENI?

Rassoul Bissultanov, l’unico dei tre ceceni per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio nel caso sulla morte di Niccolò Ciatti, non era presente in aula per motivi di sicurezza, ma ha seguito l’udienza dal carcere. Invece il pm per gli altri due ceceni, Movsar Magomedov e Khabibul Kabatov, non ha ritenuto che ci siano elementi probatori sufficienti per sostenere anche contro di loro l’accusa di omicidio volontario. Il difensore di Bissultanov ha dichiarato che il 26enne non ebbe la volontà di uccidere Niccolò Ciatti anche perché non lo conosceva, quindi non aveva motivo di colpirlo. Per il legale della famiglia della vittima, l’avvocato Agnese Usai, «è positivo che il pubblico ministero abbia chiesto il processo per omicidio volontario aggravato a carico di Bissultanov». Invece per gli altri due «il pm ha ritenuto che sia necessario esaminare più esattamente la loro responsabilità penale nel processo». Come riportato dal Fatto Quotidiano, la famiglia di Niccolò Ciatti resta convinta che gli altri due ceceni abbiano avuto «un comportamento più che attivo nell’aggressione mortale che ha causato il decesso di Niccolò».

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