Per l’omicidio di Niccolò Ciatti potrebbe non finire a processo solo Rassoul Bissoultanov, ma anche gli altri due ceceni presenti al pestaggio, Movsar Magomadov e Khabiboul Khabatov. Questa è la speranza della famiglia del 22enne di Scandicci ucciso nell’agosto del 2017 a Lloret de Mar. Tramite i suoi legali, in Spagna e in Italia, ha infatti impugnato l’atto firmato dal giudice istruttore iberico, con il quale era stato mandato davanti alla Corte d’Assise solo uno dei tre ceceni. La famiglia spera ancora, dunque, di avere giustizia. Decisiva sarà l’udienza del 17 luglio, presso il tribunale di Blanes, in provincia di Girona. Si tratta di una sorta di udienza preliminare, perché dovrà stabilire chi sarà processato per aver assassinato Niccolò Ciatti. Secondo La Nazione, sarà anche importante per capire l’atteggiamento della giustizia spagnola nei confronti di questa vicenda, del “commando” omicida e della discoteca in cui è avvenuto il delitto. In quest’udienza del 17 luglio gli avvocati della famiglia di Niccolò Ciatti vogliono chiamare in causa, come responsabile civile, anche il locale notturno in cui il 12 agosto avvenne la tragedia, il St Trop.



OMICIDIO NICCOLÒ CIATTI, “LO HANNO UCCISO IN TRE”

Quel giorno erano in servizio al St Trop solo una manciata di addetti alla sicurezza, ma nessuno di questi si trovava nei pressi della pista da ballo dove il 22enne di Scandicci ricevette il calcio che lo uccise. La discoteca anzi risulta per ora “parte popular”, cioè parte civile, che però non ha diritto a richieste economiche secondo l’ordinamento spagnolo. Nell’udienza del 17, secondo quanto riportato da La Nazione, gli avvocati dei Ciatti proveranno a convincere il giudice che almeno un altro dei tre ceceni ha avuto un ruolo “attivo” nell’omicidio, cioè Movsar Magomadov. La difesa di Rassoul Bissoultanov invece proverà a ridimensionare l’accusa nei suoi confronti per riqualificare il reato in un omicidio preterintenzionale. Ma questa è un’ipotesi respinta con fermezza dalla famiglia della vittima, secondo cui l’uso della forza del lottatore rappresenta una ulteriore aggravante della sua condotta. Il procedimento sull’omicidio di Niccolò Ciatti dovrà occuparsi anche della custodia cautelare: ad agosto scadono i termini, quindi è necessaria una proroga, altrimenti Bissoultanov potrebbe addirittura tornare in libertà.

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