A Storie Italiane c’è Luigi Ciatti, il papà del giovane Niccolò, il ventenne che venne massacrato di botte quattro anni fa dopo un pestaggio in una discoteca di Lloret de Mar, nota località turistica sulla Costa Brava: “Lo hanno pestato in tre, tre ceceni, il secondo è stato finalmente arrestato. Il primo è stato arrestato in Spagna, è ancora in carcere, e l’altro è stato arrestato a Strasburgo, quello che identifico con la maglia rossa, ed è l’artefice di tutto”.



E’ lui che l’ha preso da dietro – ha proseguito – gli ha tirato un pugno e l’ha sollevato con una mossa di Mma facendogli sbattere la nuca a terra con una violenza inaudita. Ho incontrato a dicembre del 2019 i carabinieri del ros, sono stato con loro un giorno intero, ho riscontrato un lavoro certosino, un lavoro fatto come avrebbero dovuto fare in Spagna che invece non hanno fatto, non hanno cercato testimoni”.



NICCOLO’ CIATTI, IL PAPA’ LUIGI: “ORA SERVE IL VERO CARCERE, L’ERGASTOLO”

Un fatto di cronaca nera gravissimo, la morte di Niccolò Ciatti, che come sottolinea Eleonora Daniele, ricorda da vicino quanto accaduto negli scorsi mesi al povero Willy Monteiro, il 21enne anch’egli ucciso a suon di botte, e per cui in carcere vi sono ancora i fratelli Bianchi, che si dichiarano da sempre innocenti, nonchè Francesco Belleggia, e il quarto agli arresti domiciliari. La novità dell’ultima ora è che per tutti e quattro l’accusa è di omicidio volontario in quanto c’è stata la volontà di ammazzare il povero Willy. “E’ esattamente la stessa cosa”, commenta Luigi Ciatti, il papà di Niccolò “Credo che la violenza di queste persone sia inaudita, quando vedo Willy, Niccolò… un ragazzo a terra, indifeso, fermo, come puoi dare dei calci per uccidere? Parliamo di divertimento, di discoteca, la coscienza non esiste più per questo persone. Credo che l’unica cosa da fare sia il carcere, a parte la parola perdono da cancellare, e prenderanno l’ergastolo sicuramente. Se non ci fosse stato quel video l’avrebbero fatta franca sicuramente. Niccolò in quell’immagine era fermo a terra – ha aggiunto – e l’avrebbero potuto colpire ovunque invece l’hanno colpito nell’unico punto in cui poteva morire. Come si può arrivare a uccidere per niente? Mio figlio era lì a ballare, a divertirsi: in tre contro uno, in 25 secondi me l’hanno portato via”.

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