Luigi, padre di Niccolò Ciatti, ha deciso di scrivere al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a poche ore dalla sentenza del Corte d’assise di Roma attraverso cui è stato scarcerato Rassoul Bissoultanov, uno dei due uomini accusati di avere ucciso il ventiduenne l’11 agosto 2017 davanti ad una discoteca in Spagna. Sarebbe stato proprio il ceceno a sferrare il calcio fatale, ma adesso è nuovamente in libertà per un cavillo burocratico. Al momento dell’emissione della misura cautelare, infatti, non si trovava nel territorio italiano.



“Per un vizio di forma non si può lasciare libero un assassino perché ciò che conta è la sostanza. Quel lottatore ceceno ha ucciso mio figlio e non ci sono dubbi”, ha detto papà Luigi ai microfoni del Corriere della Sera. Poche ore fa ha scoperto che l’assassino di Niccolò è tornato libero. “È stato un dolore profondissimo per me, per mia moglie, per mia figlia. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo chiesti quanti altri tormenti avremmo dovuto subire prima di avere un po’ di pace? Sono passati più di quattro anni e ancora nessuna giustizia è stata fatta. Una terribile eternità”.



Niccolò Ciatti, papà scrive a Mattarella: la commovente lettera

“Lei, signor presidente che stimo profondamente, è l’unica speranza per me e per la mia famiglia”. Così inizia la lettera che Luigi Ciatti ha scritto a Sergio Mattarella. “Gli scrivo come se fosse un amico carissimo, chiedendogli scusa per queste confidenze. Perché lui conosce il dolore devastante di una famiglia colpita da un omicidio”, ha sottolineato il papà di Niccolò al Corriere della Sera. “Chiederò in ginocchio al presidente d’impegnarsi perché quell’imputato non scappi e lo implorerò di fare tutto quello che è possibile per non farlo fuggire”.



Parole commoventi e disperate, ma ricche di speranza. La famiglia di Niccolò Ciatti, infatti, crede ancora che gli assassini possano essere condannati. “Il perdono stavolta non è umanamente ammissibile. E questo vale sia per Bissoultanov che per gli altri due aggressori. Uno di loro è stato scagionato, anche se video e testimonianze ci danno una versione diversa dei fatti. Un altro ceceno, Mosvar Magomadov, è invece imputato per concorso in omicidio volontario. Tutti meritano una condanna”. Il processo inizierà il prossimo 18 gennaio a Roma.