A poche ore dall’uscita del suo nuovo disco, Niccolò Fabi sarà ospite di Pierluigi Diaco per il nuovo appuntamento di Io e te di notte. Tradizione e tradimento, questo il nome dell’album, riporta il cantante sulla scena musicale dopo più di tre anni, ma il percorso per realizzarlo, spiega l’artista a Rolling Stone, è stato tutt’altro che semplice. “Sentivo di non potere né volere andare nella direzione che mi aveva portato a incidere Una somma di piccole cose, disco molto casalingo, intimo”, svela Fabi a Raffaella Oliva. Il suo album precedente, pubblicato nel 2016, gli è valso infatti la targa Tenco per il migliore album, oltre a una serie di consensi da parte di pubblico e critica. “Ho sentito parecchia pressione. Non solo perché Una somma di piccole cose era andato così bene, ma anche perché io stesso quel disco l’ho vissuto come punto conclusivo di un percorso iniziato quando avevo 15 anni con le prime canzoni scritte in casa”.
Niccolò Fabi: “Difficile trovare un equilibrio tra…”
Lavorando al suo nuovo album, Tradizione e tradimento, Niccolò Fabi spiega di essersi perso e poi ritrovato. È accaduto nel tentativo di approdare a uno stile tutto nuovo, un tentativo fatto di prove, esperimenti e sforzi che l’hanno convinto a fare un passo indietro. “Ho cercato di rompere degli automatismi”, spiega l’artista a Rolling Stone. “A un certo punto, però, mi sono reso conto di quanto sia difficile trovare un equilibrio tra il giusto desiderio di rinnovarsi e l’esigenza altrettanto giusta di rispettare la propria identità sia personale sia artistica”. È stato a questo punto che si sarebbe reso conto che ciò che guadagnava, nel tentativo di esplorare nuove sonorità, era minore a ciò che perdeva: il suo linguaggio unico e inimitabile. Niccolò Fabi è riuscito però a fare tesoro di questa esperienza, dalla quale è riuscito a tirar fuori un brano, I giorni dello smarrimento: “l’ho scritto in un momento in cui non sapevo più dove cavolo andare”.
Niccolò Fabi: “La musica è arte”
Tradizione e tradimento, seppur tra mille difficoltà, è l’album della consapevolezza. Grazie alla sua stesura, Niccolò Fabi ha infatti capito che la sua musica ha bisogno di vibrare e per farlo, non deve discostarsi troppo dai suoi soliti schemi: “ogni volta che cerco di pensare razionalmente a qualcosa da scrivere raggiungo un livello artistico basso”, spiega l’artista nell’intervista concessa a Rolling Stone. Diversamente, quando decide di dar voce a ciò che sente dentro, lasciandosi andare “all’urgenza, al racconto di un’emozione forte”, riesce a dare il meglio di sé. Niccolò Fabi rivendica infatti il bisogno di trattare la musica come una vera e propria forma d’arte, e anche se oggi è spesso oggetto di intrattenimento, svela di voler continuare ad approcciarsi ad essa come fosse frutto di un progetto artistico: “Lo è, lo è stata per secoli – spiega il cantante – e non vedo perché adesso dovrebbe smettere di esserlo”.