E’ giunta oggi la sentenza della Corte d’Assise di Taranto al termine del processo di primo grado ‘Ambiente Svenduto’ sull’inquinamento ambientale dell’ex Ilva. I giudici, come riferisce Tgcom24, hanno condannato a 22 e 20 anni di carcere ex proprietari e amministratori dell’Ilva, Fabio e Nicola Riva, risultati essere tra i 47 imputati del processo che ha visto coinvolto anche l’ex presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Quest’ultimo è stato condannato a 3 anni e mezzo di carcere per concussione aggravata in concorso. I Riva rispondono invece di concorso in associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di sostanze alimentari, alla omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro.



A loro carico l’accusa aveva chiesto 28 e 25 anni rispettivamente per Fabio e Nicola Riva. In merito a Vendola i pm avevano invece avanzato la richiesta di condanna a cinque anni. Secondo l’accusa l’ex governatore pugliese avrebbe esercitato pressioni su Giorgio Assennato, all’epoca direttore generale di Arpa Puglia, al fine di far “ammorbidire” la posizione dell’agenzia verso le emissioni nocive provenienti dallo stabilimento di Taranto.

EX ILVA, SENTENZA PROCESSO ‘AMBIENTE SVENDUTO’: TUTTE LE CONDANNE

Al termine del processo di primo grado, la Corte d’Assise ha emesso una condanna a tre anni di reclusione anche a carico dell’ex presidente della Provincia Gianni Florido accusato di tentata concussione e di una concussione consumata. I reati per l’accusa sarebbero stati commessi in concorso con l’ex assessore provinciale all’Ambiente Michele Conserva, anche lui condannato alla stessa pena detentiva. Per entrambi i pubblici ministeri avevano proposto la condanna a 4 anni di reclusione. Tra le altre condanne importanti anche quella a 21 anni e mezzo di carcere a carico dell’ex responsabile delle relazioni istituzionali dell’Ilva Girolamo Archinà. L’ex direttore dell’Ilva, Luigi Capogrosso è stato condannato a 21 anni mentre a 17 anni e mezzo l’ex consulente della procura, Lorenzo Liberti. Come scrive TgCom24, è stata inoltre disposta la confisca degli impianti dell’area a caldo che furono sottoposti a sequestro nel luglio del 2012 e delle tre società Ilva s.p.a., Riva fire e Riva Forni Elettrici.

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