LA “CANCEL CULTURE” E IL NICHILISMO: L’ALLARME DEL FILOSOFO FRANCESE HENRI HUDE
Dalle università straniere a quelle italiane (in minor parte, ma comunque in atto) la cancellazione della cultura occidentale non è più un tema per meri complottisti o tardo-bigotti: secondo il filosofo francese Henri Hude, il problema della “liquidazione della cultura” è un qualcosa di molto serio che mina alle basi della nostra civiltà e porta la “celebrazione woke” alle vette estreme di un’ideologia silenziosa ma comunque mortifera. Dal cristianesimo alla filosofia laica e in qualche modo anche al marxismo, l’attuale “nichilismo” – denunciato da Hude in una lunga intervista a “La Verità” – sta sostituendo i veri pilastri della cultura occidentale.
«Nell’Europa postmoderna si sta realizzando la liquidazione di ogni cultura funzionale, del cristianesimo, della filosofia laica di tipo kantiano ma anche del vecchio marxismo-leninismo alla Giuseppe Bottazzi», in arte Peppone, storico rivale di Don Camillo nei romanzi di Guareschi. Insomma, con questa liquidazione si assiste alla sostituzione radicale con una cultura nichilista che equivale «ad una anarchia intellettuale e morale, un bizzarro neo-politeismo». Il vecchio (e saggio) adagio per cui se non esiste più Dio, la verità, allora proliferano i tanti piccoli “dei”, le tante piccole “verità”, ecco è quanto mai attuale nella lettura di tanti pensatori occidentali come Hude. Tale cultura, denuncia il filosofo, «non è funzionale perché non fornisce all’uomo un’approssimazione accettabile della verità». È in queste condizioni che l’uomo rimane come “inadeguato” rispetto alla realtà circostante e a quel punto il fallimento, chiarisce Hude, è come inevitabile: fallimento, auto-divinizzazione della libertà e pericoloso raggiungimento dello status per cui qualsiasi verità oggettiva «diventa un crimine di lesa maestà e la sua espressione una bestemmia contro questo o quel dio di turno». Questa assurdità è puro suicidio dell’Occidente, non solo della cultura ma anche dell’etica: secondo il filosofo francese, oggi è l’individuo a decidere cosa è bene e cosa è male, si è sostituito a dio dopo averlo “ucciso”.
HUDE E LA “TRIPLETTA” DI MACRON TRA GUERRA, ABORTO ED EUTANASIA
Il problema è che davanti a questo “parricidio” culturale e religioso, l’uomo non regge e impazzisce volendo distruggere l’intero essere, incluso il suo: «il suicidio è l’essenza di questa cultura» nichilista, un suicidio «collettivo» che assume forma in tutte le situazioni etico-culturali dell’epoca contemporanea. Sempre secondo Hude nel suo intenso dialogo con Martina Pastorelli su “La Verità”, nella cultura nichilista esiste un legame tra il desiderio inconscio di una guerra di annientamento, il suicidio assistito e l’aborto «eretto inconsapevolmente a sacrificio alla divinità del disperato individuo-Dio».
È in questo legame “mortifero” che la Francia da dove proviene Henri Hude sta tracciando un solco piuttosto netto con la triplice proposta del Presidente Macron in questi suoi ultimi anni di permanenza all’Eliseo: l’intervento di soldati NATO nella guerra in Ucraina, l’inserimento del diritto all’aborto in Costituzione francese e l’annuncio di una legge ancora più ampia sull’eutanasia. Di questa “tripletta” macroniana il filosofo e intellettuale cerca di andare oltre il ruolo del Presidente: «forze potenti temporali e spirituali sono costantemente all’opera su questi temi in molte parti del mondo, se non ci fosse Macron ci sarebbe qualcun altro». Quello che è però certo è che si assiste in questi anni ad una accelerazione della cosiddetta “cancel culture”, del ribellione in salsa “woke” contro la cultura occidentale cristiano-illuminista: «siamo giunti alla fine di tutte queste mostruose assurdità cui le élite, e spesso il popolo, fingono ancora di credere». La “cultura della dolce morte”, la “libertà” nell’abortire, il “sogno” di una guerra “giusta”, tutto questo e molto altro insegue la logica folle senza apparentemente speranza: «si avvicina il momento in cui, in virtù di leggi naturali, tutte queste assurdità saranno consegnate alla pattumiera della storia». Il rischio concreto è uno Stato sempre più dispotico, una guerra totale che incombe, fintantoché l’uomo crede di essere l’unico vero “dio”: e se invece quelle vecchie radici cristiane riemergessero sotto forma di un riconoscimento di leggi “naturali” che completano la libertà umana e non la sopprimano definitivamente come le estremizzazioni woke?