Nico è stata una vera e propria icona pop: musa di Andy Warhol e cantante con i Velvet Underground di Lou Ree. Il film “Nico, 1988” di Susanna Nicchiarelli, in onda stanotte su Rai Movie, ripercorre la sua vita intensa, spezzatasi a meno di 50 anni per un incidente. Christa Päffgen, questo il vero nome di Nico, nacque a Colonia, nella Germania nazista, nel 1938. A due anni fuggì da Colonia con la madre e la nonna per scappare alla guerra. Il padre morì in guerra, in circostanze poco chiare, quando lei aveva quattro anni. Si trasferì a Berlino con la madre e cominciò presto a lavorare come modella. Iniziò anche a fare l’attrice: ha una piccola parte nella “Dolce Vita” di Fellini del 1960. Il nome d’arte Nico le fu suggerito dal fotografo Herbert Tobias, che la scoprì a 16 anni, Herbert Tobias. Nico si trasferì a New York per studiare recitazione e incominciò a frequentare la Factory di Andy Warhol. Fu l’artista a incoraggiarla a cantare con i Velvet Underground, con cui realizzò il celebre album “The Velvet Underground & Nico” nel 1967. Jim Morrison la spinse a cominciare una propria carriera: il primo disco fu “Chelsea Girl”, colonna sonora del film di Andy Warhol.



Nico: la dipendenza da eroina e la tragica morte

Nico ebbe molte relazione con personaggi famosi, a partire da Alain Delon. I due si frequentavano nel 1961 e dalla relazione relazione nacque il figlio Christian Aaron Boulogne, mai riconosciuto da Delon e cresciuto dalla madre dell’attore francese. Nico frequentò poi Brian Jones dei Rolling Stones, Bob Dylan scrisse per lei il brano “I’ll Keep it With Mine“. Dalla fine degli anni ’60 ebbe una lunga relazione con il regista francese Pilippe Garrel. Nico fu dipendente dall’eroina per oltre 15 anni e si narra che iniziò il figlio al consumo di stupefacenti. L’arista è morta a Ibiza, dove si trovava in vacanza con il figlio, il 17 luglio 1988, pochi mesi prima di compiere 50 anni. Nico è caduta andando in bicicletta, sbattendo violentemente la testa. Inizialmente i medici hanno pensato che fosse stata colpita da un’insolazione, visto il caldo di quei giorni, mentre invece aveva una grave emorragia cerebrale.

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