Nico Piro, giornalista di Rai Tre, ha pubblicato un articolo in 20 tweet sul proprio profilo e relativo alla strage di Bucha. Il testo è piuttosto lungo, ma ricco di passaggi significativi, e si apre così: “Molti mi hanno chiesto perché non abbia ancora scritto di Bucha. Ho riflettuto che spiegarne il perché forse può essere utile ad approfondire il tema della guerra e dell’informazione. In sintesi, l’ho fatto per motivi professionali e umani. Non sono sul posto quindi il mio accesso alle informazione è limitato, non ho camminato sullo stradone di Bucha, non ho parlato direttamente con le persone, non ho accesso a nient’altro che a fonti aperte (foto, video, mappe) […]. Insomma non ho scritto su Bucha per un fatto di serietà professionale”.



E, ancora: “Se plaudo al Visual Desk del New York Times che spendendo qualche centinaio di dollari per delle immagini satellitari da matchare con i video amatoriali ‘a terra’ ha probabilmente vinto un Pulitzer, resto perplesso da tutto quello che sta accadendo a Bucha – ha detto Nico Piro -. Lo stradone, la cantina, le fosse comuni avrebbero dovuto essere trattate come scene del crimine, senza toccare nulla, facendo rilievi, successivamente portando i corpi in istituti specializzati per analisi autoptiche. Necessario capire, per esempio, la sovrapposizione (che a me pare altamente probabile) di episodi diversi – temporalmente distanti – nella stessa location. La distanza degli spari, i calibri delle armi, le traiettorie. Invece i corpi sono stati esibiti come prova dell’orrore. Evidenze video non implicano automaticamente responsabilità, nomi, cognomi, catene di comando”.



NICO PIRO: APPLAUSI, MA ANCHE POLEMICHE SU TWITTER

Nico Piro, nel suo pezzo consegnato a Twitter, dice poi che “credo che i giornalisti di volta in volta dovrebbero giudicare se un’immagine d’orrore (con un disclaimer ovviamente) possa o meno aggiungere qualcosa alla comprensione, al racconto di una strage […]. Avrei voluto che qualcuno avesse ricordato che quelle vittime non sono solo vittime del nemico di turno, sono vittime della guerra e usare quelle vittime per aggiungere odio all’odio non rende loro giustizia, né le restituisce ai propri cari. Scrivo questo post quindi non per cimentarmi nel CSI degli sfigati, ma per ricordare a tutti che l’unico modo per fermare gli orrori della guerra è fermare la guerra, non aggiungere altra guerra a quella già in atto”.



Tanti gli applausi, ma numerose anche le critiche contro Nico Piro: c’è chi ad esempio, su Twitter, scrive che “se quanto dici è vero, tutti gli altri giornali del mondo che da 2 giorni documentano in mille dettagli i fatti di Bucha, come ci sono riusciti? Trattamento speciale o scarsa professionalità? Son curioso di capire perché migliaia di giornalisti abbiano potuto e voi no”. Oppure:Io di str*nzate ne ho sentite, eh. Nella vita e in questi due anni. Ne ho sentite anche dall’inizio della guerra. Quella di Nico Piro (che mi ha bloccata ovviamente) che dice che a Bucha avrebbero dovuto chiamare la scientifica e fare le autopsie è in assoluto la più grossa”. Infine, una polemica contro la Rai: Ma è mai possibile che i collegamenti da Mosca abbiano una qualità video che manco TelePannocchia Vladivostok? Qualcuno farà qualcosa finalmente per fornire ai telespettatori una qualità degna della tv di Stato e non di una emittente locale?”.