Nicola Di Bari, all’anagrafe Michele Nicola Scommegna, torna a Oggi è un altro giorno e conferma che il suo cuore è ancora un po “zingaro”. «Qualche volta fai qualcosa che non avresti voluto fare, il cuore a volte fa questi giochetti, è un po’ malandrino». Ma al suo fianco da sempre c’è sua moglie Agnese Girardello: «Quest’anno facciamo 60 anni insieme e coincidono con la mia carriera artistica». Il cantautore racconta come l’ha conosciuta: «L’ho conquistata su un autobus. C’era folla, era sovraffollato. Questa ragazzina era in piedi, allora le ho dato il mio posto. La sera ci siamo ritrovati in autobus. Le ho offerto un caffè e da allora stiamo insieme. All’inizio fu molto difficile, perché venivamo da culture diverse, io sono pugliese e lei veneta, ma ci siamo accettati».



A dir poco romantico Nicola Di Bari, come quando afferma sulla moglie Agnese Girardello: «Mi ha insegnato ad amare. Io non credevo nel matrimonio». Ma quando ha conosciuto la donna che sarebbe diventata sua moglie tutto è cambiato.

L’AMORE DI NICOLA DI BARI PER LA MOGLIE AGNESE

«Dopo aver avuto una ventina di ragazzine, amori platonici… ho capito che lei mi avrebbe portato all’altare. Mi guardava estasiato. Mi disse che si era innamorata della mia voce, non perché fossi bello visto che non lo sono», aggiunge Nicola Di Bari nello studio di Serena Bortone. “La prima cosa bella”, inno all’amore e alla vita, è arrivata insieme a sua figlia Ketty. Nicola Di Bari parla anche del suo incontro con Lucio Battisti, partito da una canzone che scrisse per lui. «Ci siamo frequentati, era un ragazzo straordinario. Era un amico vero, non finto. Diceva le cose che pensava, ad esempio mi disse che gli piaceva la mia voce». Due i maestri di Nicola Di Bari: il mare pugliese e Frank Sinatra. Il cantante racconta anche di aver aiutato un gelataio che era rimasto afono: arrivò tutto il paesino ad acquistare gelati e alla fine il gelataio tornò a casa con un bel guadagno. Gli amici comunque lo invitarono anche a cantare e fu così che convinse un produttore che era nei paraggi: gli propose un contratto di tre mesi, a patto che si trasferisse a Milano. «Non volevo lasciare gli studi, ma mi piaceva cantare. Volli provarci e conoscere Milano, consapevole che avrei potuto riprendere gli studi. Ma non fu così, conobbi Agnese e la mia voce assurda piaceva, anche se è così brutta».



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