Nicola Gratteri, nuovo procuratore di Napoli, è pronto per insediarsi: “Troverò una mafia più visibile, che vive più per strada rispetto alla ’ndrangheta. È la mafia più antica che però in provincia non è poi molto diversa da quella calabrese. Ovviamente, mi metterò a studiare per non farmi trovare impreparato. Avrò comunque colleghi intelligenti e preparati. Il nostro è un lavoro di squadra”, ha affermato in una intervista a La Stampa.
La sua carriera è iniziata proprio in Calabria oltre 35 anni fa. Il suo metodo ora è ben collaudato e a disposizione della Campania. “Nelle indagini non guardo in faccia nessuno. Vado avanti dritto, senza tentennamenti. Rappresentiamo lo Stato e dobbiamo dare risposte ai cittadini che non vogliono convivere con la camorra. Nonostante certa rappresentazione cinematografica, Napoli non è solo questa mafia o conflitto tra il male e il peggio. Ci sono tantissime persone che vogliono riscattare la propria terra dal malaffare e dalla criminalità organizzata”, ha sottolineato.
Nicola Gratteri: “A Napoli combatterò la mafia più antica”, gli obiettivi del nuovo procuratore
È proprio queste persone che Nicola Gratteri vuole aiutare a rendere migliore la città di Napoli. In particolare, con un occhio di riguardo verso il futuro dei più giovani. “Bisogna liberare i territori dalla paura e dai bisogni; bisogna investire nelle scuole e nella ricerca. Bisogna strappare i ragazzi dalla marginalità, creando prospettive di sviluppo. Le manette e le sentenze non bastano”, questo l’appello del nuovo procuratore.
Ma non solo. Gli interventi sono necessari sia dal basso che dall’alto. “È importante mantenere salda la soglia dell’attenzione su questioni importanti come la penetrazione delle mafie nel tessuto socio economico, anche a livello mediatico”. E al tempo stesso, è dell’idea che sia necessario aggiornare le norme, come quella sulle intercettazioni. “I mafiosi parlano al telefono, ma usano anche piattaforme che noi facciamo ancora fatica a bucare”, ha riflettuto.