Il procuratore Nicola Gratteri lo scorso dicembre ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha parlato della ‘ndrangheta e di come dovrebbe cambiare il racconto della mafia calabrese. Lo ha fatto spiegando la maxi operazione che ha portato all’arresto di 334 persone. A distanza di un mese Striscia la Notizia ha trasmesso un passaggio molto significativo, nel quale Gratteri parla con orgoglio della sua fatica e della determinazione nel perseguire un sogno, una «rivoluzione» in una terra difficile. Al tempo stesso ringrazia quei magistrati «giovani e straordinari» che ha «contagiato» con l’entusiasmo e la convinzione che le cose possono cambiare. «Le mafie oggi sono più ricche soprattutto perché noi magistrati, forze dell’ordine, soprattutto storici, giornalisti e politici abbiamo sottovalutato la ‘ndrangheta continuando a narrarla nel corso dei decenni come una mafia di pastori, al massimo di sequestratori di persone o trafficanti di di cocaina». Inoltre sarebbero stati accertati rapporti anche con l’Inghilterra e la massoneria deviata. «Da quel momento avremmo dovuto essere consequenziali a questo mutamento», ha dichiarato il procuratore Nicola Gratteri.



NICOLA GRATTERI SULLA ‘NDRANGHETA: L’APPELLO ALLA SOCIETÀ

Nella conferenza stampa, rilanciata da Striscia la notizia, Nicola Gratteri critica anche quel «movimento», una sorta di «nuovo pensiero» secondo cui «bisogna riscrivere la storia della Calabria perché noi la denigriamo. Ma la storia è una! I fatti sono quelli, non esiste un’altra storia. Esiste la storia che deve essere scritta con fatti, non a seconda di come siamo posizionati». Per Gratteri siamo tutti responsabili, ma il procuratore usa parole forti. «Siamo tutti colpevoli, quantomeno di omissione, di non aver avuto il coraggio di arginare il fenomeno, soprattutto il potere politico e legislativo». Sulle istituzioni ha affermato: «Ad oggi non ci ha dato un sistema di norme proporzionato e proporzionale alla realtà criminale. Se avessimo avuto altri strumenti normativi e se qualcuno nel 2010 non avesse bloccato le assunzioni delle forze dell’ordine, avremmo fatto di più». Gratteri parla di «viaggi della speranza a Roma per parlare di questo progetto» che ha portato appunto al maxi blitz. «Dobbiamo aprire gli occhi alla gente e non lasciare agli altri la narrazione». E quindi lancia un appello per cambiare la Calabria: «Fino all’ultimo dei nostri giorni dobbiamo lottare e non rassegnarci a questo stato di cose. Dovete occupare la cosa pubblica e impegnarvi, andare oltre il vostro lavoro, questo è il cambiamento».



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