Nicola Gratteri in tackle sulla riforma Cartabia. Il magistrato non ha utilizzato troppi giri di parole a In onda: «I magistrati sono pochi. Da un anno e mezzo non si fanno concorsi in magistratura, la prova scritta s’è fatta settimana scorsa. Nel 2021 avremo meno magistrati rispetto all’anno scorso, perché non si riuscirà a coprire quelli che vanno in pensioni. Non so se la Cartabia lo sa, fino alla scorsa settimana ha fatto la professoressa universitaria».
«Con questa riforma i magistrati in appello e in Cassazione lavoreranno di meno. Possono prendere un file prestampato, dire che sono passati due anni ed è finito. Si sbrigano prima. I magistrati sul piano teorico ci guadagnano», ha aggiunto Nicola Gratteri, prima di un affondo pesantissimo: «Questa è la riforma peggiore che io abbia mai letto: dal 1986 non ho mai letto una cosa peggiore».
NICOLA GRATTERI: “RIFORMA CARTABIA? LA PEGGIORE DI SEMPRE”
Sono tanti i problemi della riforma della giustizia secondo Nicola Gratteri, che ha segnalato alcune modifiche necessarie a partire dalla geografia giudiziari: «In Sicilia ci sono quattro corti d’appello per 5 milioni di abitanti, in Lombardia ci sono due corti d’appello. Bisogna accorpare gli uffici che non funzionano a regime. In Abruzzo e in Molise ci sono tribunale ogni venti chilometri. Ci sono costi per lo Stato enorme, dobbiamo andare a regime. I tribunali troppo piccoli non funzionano». Poi sui magistrati: «Ci sono magistrati fuori ruolo che lavorano nei ministeri, cosa ci fanno lì? Facciamo tornare i magistrati a scrivere sentenze o a fare indagini, dovremmo recuperare 200 magistrati». Nicola Gratteri è poi tornato sulla mancata nomina a ministro della Giustizia: «Lei (Concita De Gregorio, ndr) è una persona molto influente e di potere, lo chieda a Napolitano (ride, ndr)». Il magistrato ha spiegato di essere stato definito «un pm troppo caratterizzato», smentendo un possibile futuro da Guardasigilli: «No, no, no… Io amo in modo viscerale questo lavoro, gli ho dedicato la vita, fino all’ultimo dei miei giorni non posso stare zitto di fronte a queste cose che leggo».