É in corso il totonomi per la poltrona di commissario alla Sanità in Calabria e Nicola Gratteri ha le idee abbastanza chiare. Il procuratore capo di Catanzaro ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Tg2 Post e ha fatto il punto della situazione nella Regione, presentando una sorta di prototipo di commissario ideale secondo le sue opinioni: «Io penso ai tanti emigranti, a quelli che sono andati via dalla Calabria per necessità o per non essersi piegati a una loggia massonica deviata, alla ‘ndrangheta o a un certo di potere che controllava i concorsi. Queste persone che si sono insediate anche all’estero e che sono professori universitari, luminari, manager di multinazionali. Penso a loro, ai figli di nessuno che si sono affermati fuori dalla Calabria».



NICOLA GRATTERI VS GINO STRADA: “CALABRIA NON É AFGHANISTAN”

Nelle ultime ore si è parlato molto di un’ipotesi di “carta bianca” a Gino Strada, ipotesi che non trova d’accordo Nicola Gratteri: «La Calabria non è l’Afghanistan in tempo di guerra, qui il problema non è il pronto soccorso o l’emergenza. Il Covid per la Sanità in Calabria è uno spicchio, uno dei problemi. Il commissario si deve interessare di questa voragine, di questo pozzo senza fondo. Il problema è che fino adesso si è utilizzato come soggetto attuatore l’Asp che è stata sciolta per mafia, dove all’interno ci sono gli stessi quadri che c’erano tre anni fa». Nicola Gratteri ha poi tenuto a precisare: «A cosa serve allora il commissario? Penso che il senso di un commissario sia quello che l’Asp non deve toccare palla, i concorsi devono essere fatti alla Fiera di Roma, con commissari con cognome tedesco, che sono di Pordenone. Altrimenti si può commissariare la Sanità per altri 50 anni ma non cambierà nulla».

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