Nicola Lagioia e l’amore per la moglie Chiara Tagliaferri

Nicola Lagioia, scrittore e conduttore radiofonico italiano, è anche il marito di Chiara Tagliaferri, autrice di programmi radiofonici e scrittrice. La coppia condivide tantissime passioni tra cui quelle per la radio e la scrittura. Nicola e Chiara sono legati da diverso tempo, ma non hanno figli e oggi vivono a Roma dopo una breve parentesi a Milano. Il direttore del Salone internazionale del libro di Torino dal 2017 è molto discreto e riservato sulla sua vita privata, ma è felicemente sposato da diversi anni con Chiara Tagliaferri. La scrittrice e autrice parlando proprio del marito ha rivelato: “amo molto la scrittura di mio marito. Vedo nascere i libri nei suoi pensieri, prima ancora che sulla carta. Ci siamo sempre aiutati. Sempre visti sprofondare e sparire nei nostri mondi. A volte ci smarriamo e ci andiamo a ripescare vicendevolmente dal regno dei morti, come Iside con Osiride”.



Dalle pagine de La Repubblica, lo scrittore ha raccontato come è nata la sua passione: “ogni tanto qualcuno mi chiede quando è cominciata la mia passione per le storie. L’educazione all’ascolto, il desiderio di raccontare a mia volta. Ho dalla mia ben tre momenti di singolarità. L’età è tra i quattro e i cinque anni”.



Nicola Lagiola e la passione per la scrittura

La passione per la scrittura a Nicola Lagiola è venuta da ragazzino. “Sono a casa dei nonni materni, a Capurso. Questa casa esiste ancora, ci abita mia nonna, la quale tra qualche giorno compirà 106 anni” – ha raccontato dalle pagine de La Repubblica – “oggi è la casa che custodisce il corpo e i pensieri di una donna centenaria. All’epoca (poteva essere il 1977, il 1978) era una casa piena di vento, attraversata di continuo da parenti di ogni età. Una casa su due livelli. Tra piano terra e primo piano c’era il mezzanino. Nel mezzanino si apriva una stanza minuscola. Dentro questa stanza c’erano i libri dei miei nonni. I nonni erano contadini, piccoli coltivatori diretti, avevano la terza elementare. Nella loro potente cultura, la civiltà contadina, possedere dei libri era insieme un dovere, una promessa, una virtù”.



Ricordando proprio la sua infanzia, lo scrittore ha aggiunto: “i miei nonni possedevano tre libri: La Divina Commedia, I Miserabili, Il Paradiso Perduto. Quando entravo in casa loro, chiedevo a mia madre di condurmi nel mezzanino. Una volta dentro, afferravo la Commedia di Dante e dicevo a mia madre: «Leggi!». Mia madre, molto pazientemente, cominciava a leggere un canto dell’Inferno. Poi si avventurava nella parafrasi ma io, perfido, sibilavo: «No, no, leggi le note». Confidavo più nelle note che nella capacità di spiegazione di mia madre”.