Hanno fatto discutere le dichiarazioni di Nicola Morra, secondo cui con più ristori forse si sarebbe evitata la tragedia della Funivia Stresa Mottarone. Il presidente della Commissione Antimafia ne aveva parlato a Sky, scatenando le polemiche. Oggi a Omnibus ha rettificato: «Ho detto che molti comportamenti criminali e folli sono stati dettati da disperazione. Con il venir meno di incassi e visto che molti non sono stati ristorati e aiutati con sostegni adeguati, ho ipotizzato che fosse un caso paragonabile, poi mi è stato detto che ha una posizione economica solida e quindi è solo un criminale». Per quanto riguarda, invece, l’intervista dell’avvocato Piero Amara a Piazzapulita, l’ex M5s ha spiegato di non averla seguita, ma ha voluto fare delle precisazioni. «Comunque non ho visto i verbali, bensì dei fogli di carta, ma non mi è stato detto che fossero verbali o altri». Dopo aver ricordato la proposta di legge per «rendere incompatibili l’esercizio di funzioni pubbliche, soprattutto dirigenziali, con l’appartenenza ad associazioni che impongono l’obbligo dell’obbedienza assoluta», si è chiesto il motivo di tutta questa segretezza. «Per me tutto quello che è segreto va spazzato via e va sottoposto a vincolo di assoluta trasparenza. Se queste dinamiche coinvolgono soggetti che fanno parte delle istituzioni, la cosa diventa ancor più imbarazzante ed inquietante». D’altra parte, Nicola Morra ha specificato che «prima di prendere per oro colato quanto detto dall’avvocato Piero Amara, farei riscontri e verifiche, altrimenti bisogna credere a tutto e al contrario di tutto».
NICOLA MORRA VS LUIGI DI MAIO “TANTI ERRORI”
Per quanto riguarda, invece, la retromarcia di Luigi Di Maio, che ha chiesto scusa a Simone Uggetti per i durissimi attacchi del MoVimento 5 Stelle, Nicola Morra ha preso le distanze. «Lui chiederà scusa, io la penso diversamente. Ha fatto diversi errori, tra cui questo». Ad esempio, avrebbe dovuto rendere il partito più costruttivo, non demolitorio. «Il M5s doveva avanzare proposte per moralizzare il quadro pubblico, quindi avrebbe potuto fare di più sulle candidature, fermo restando che ne esce sempre meglio di tutti nel rapporto tra eletti e chi ha problemi con la giustizia». Inoltre, si è difeso dall’eventualità che la sua persona venga ricondotta alla gogna mediatica di cui si parla quando si citano le campagne durissime del M5s: «Io non ho mai detto che un arrestato è delinquente perché arrestato». E quindi ha rilanciato: «Fosse stato solamente lui ad aver avuto problemi giudiziari, secondo lei ci saremmo fatti sentire? Probabilmente no. Ma siccome in Italia la percentuale di amministratori pubblici che ha problemi con la giustizia penale è enorme, ci dobbiamo porre qualche problema? Poi io sono contento per primo se Uggetti e altri dimostrano la loro innocenza nei processi». D’altra parte, per il senatore ci sono molti partiti che «hanno reclutato tra personaggi chiacchierati». E ha ricordato la proposta «per migliorare il codice di autoregolamentazione relativamente agli “impresentabili”. Se però le stesse forze politiche che lo votano poi disattendono gli impegni, la colpa è mia o degli altri?».
«Io ho sempre detto che gli arresti nel sistema penale vigente vengono concessi da un gip che valuta una richiesta di ordinanza di custodia cautelare avanzata da una procura. Per cui, due magistrati, uno inquirente e l’altro giudicante, che trovano il quadro indiziario particolarmente robusto tanto da acconsentire ad una gravissima misura come quella della sottrazione della libertà», ha proseguito Nicola Morra a Omnibus. Inoltre, ha tirato in ballo una vicenda personale che lo vedrebbe vittima di un’ingiustizia. «Il sottoscritto 4 anni fa è stato raggiunto da un avviso di garanzia, sono stato iscritto sul registro degli indagati per aver prodotto un’interrogazione parlamentare. Secondo voi è lecito? Sollecitava il ministero degli Interni a controllare alcune vicende amministrative di un Comune della provincia di Cosenza, tra l’altro ha avuto come esito lo scioglimento dello stesso Comune per infiltrazione mafiosa, ma io sono stato indagato. Io ho comunicato tutto sui social. Per quell’atto inaccettabile è nata una vicenda che ha procurato danno al sottoscritto. Io ho accettato la situazione».
NICOLA MORRA VERSO UN NUOVO PARTITO
Ma il presidente della Commissione Antimafia ha parlato anche del nuovo movimento politico che potrebbe nascere dopo la sua espulsione da M5s: «All’interno del vecchio mondo politico da cui sono stato espulso ci sono tante persone perbene che vorrebbero provare a rigenerare entusiasmo attorno a valori etici e pre-politici che dovrebbero accomunare tutti gli italiani. Ci stiamo lavorando. Non è un discorso parlamentare, ci sono persone fuori dai palazzi che ci chiedono di andare avanti perché il Paese ha coscienza di doversi autoriformare. Questo non sarà né il partito di Morra né di Lezzi, sarà un movimento per costruire intelligenza collettiva e trasparenza». Riguardo la possibilità che vengano coinvolti Alessandro Di Battista e Davide Casaleggio: «Alessandro è un amico e con Davide c’è un rapporto di stima. Chi vuole convenire con quei valori può farlo a patto di dimostrare coerenza».