Nicola Pietrangeli, superstar del tennis italiano e internazionale, è stato ospite stamane di Weekly, programma di Rai Uno: “Ho fatto quattro finali, non lo diciamo mai perchè in Italia sembra brutto arrivare secondo. I francesi dicono “intanto fallo poi nei parliamo”. Ho vinto due Roland Garros e fatto due finali, così come quattro finali a Roma. Mi da fastidio quando si parla di era moderna, non ho giocato con le scarpe da pallone e le racchette da ping pong, è anche vero che è cambiato il tennis così come il mondo. Oggi sono molto più atleti che talenti, prima era contrario, oggi ci sono cifre come premi astronomiche, che prima non c’erano. Quanto si vinceva all’epoca? Parigi che oggi vale 2.6 milioni di euro, all’epoca valeva 150 dollari. Beati loro. Certo che loro oggi si allenano molto di più. Io uscivo alla sera a mangiare la pizza con l’avversario dell’indomani”.



Il primo a far conoscere il tennis a Nicola Pietrangeli è stato il padre, che si trovava in Tunisia: “Mio padre un giorno, quando avevo 11 anni, mi ha detto, giochiamo il doppio. mi disse di star tranquillo che avremmo vinto: abbiamo vinto un pettine fatto con una scheggia di una bomba che purtroppo non ho più, e credo che oggi un collezionista lo pagherebbe parecchio”. E ancora: “Fino a 18 anni giocavo meglio a calcio che a tennis, al mio grande amico Gianni Rivera, il Federer del calcio, dicevo che aveva avuto fortuna perchè non ho giocato io a calcio”. Il 1967 è stato l’anno della mitica Coppa Davis: “Ci avevano definito la squadra più elegante del mondo – ha ricordato ancora Pietrangeli – io obbligavo i miei compagni a mettere la giacca e la cravatta perchè bisognava rappresentare il nostro Paese”.



NICOLA PIETRANGELI E LA COPPA DAVIS: “LA FOTO CON IL GATTO…”

Sulla famosa maglietta rossa indossata da Adriano Panatta: “Lo fai quando sei nel tuo paese. non sei Panatta sei l’Italia, c’è una grande differenza quando giochi in nazionale. Se me lo avessero chiesto io avrei detto sicuramente di non farlo”. Sulla sua notte con la Coppa Davis: “A mezzanotte e mezzo finisce la festa, ed ora cosa facciamo? Era tutto chiuso, mi son portato a casa la coppa. Ho delle foto in cui si vede un puntino nero che era la mia gatta. quando l’ho detto al presidente della federazione tennis mi ha detto che era un fotomontaggio, non ci credeva… sono stupendi ricordi”.



Chiusura dedicata ancora ad una polemica con Panatta: “E’ nato per giocare a tennis – chiarisce Nicola Pietrangeli parlando in diretta tv su Rai Uno a Weekly – talentuoso ma poco spiritoso. Adriano è della categoria superiore ma non ama le battute. Quando eravamo molto amici, per farlo arrabbiare bastava raccontargli una barzelletta, lui è del cancro, cambia umore facilmente. Adesso è tutto a posto? No, qualche bugia potrebbe risparmiarsela. Tu mi fai la domanda e io rispondo, anche se non sono la bocca della verità, qualche volta sbaglio anche io, un po’ meno di qualcun’altro… malgrado il fisico ho un’ottima memoria”.