La destra boccia l’ipotesi della patrimoniale. “Con noi al governo non si farà mai”, ha assicurato Antonio Tajani, leader di Forza Italia, vicepremier e ministro degli Esteri del governo Meloni. Il dibattito, aperto da Elsa Fornero, divide anche gli economisti. Per Nicola Rossi, ex consigliere di Massimo D’Alema e poi parlamentare del Pd, “ha una fortissima componente ideologica che personalmente non considero con molto favore”. Alla Stampa, infatti, chiarisce la sua posizione: non condivide la proposta lanciata dall’ex ministra; infatti, continua a pensare che “imporla sia la strada sbagliata”. E attacca il partito guidato da Elly Schlein, perché “non riesce a esprimere una politica economica chiara”. Tornando alla patrimoniale, Rossi ritiene che prima di parlare di qualsiasi tassa bisogna pensare a tagliare la spesa.



Ritengo errato pensare che il problema della finanza pubblica trovi sempre e comunque soluzione in maggiori imposte”. Tenendo conto del livello della spesa italiana, per l’economista ogni governo “dovrebbe prima provare seriamente ad aggredire quello stock, cosa che finora nessuno ha mai fatto”. Ma anche il dibattito sulla spesa pubblica è complesso, perché richiede scelte difficili e impopolari dal punto di vista politico. Ed è proprio questo il punto per Nicola Rossi. “I governi devono assumersi la responsabilità di fare scelte, anche impopolari, difficili, dure”. In questo senso, la decisione del governo Meloni di fermare il Superbonus al 110% e di rivedere il Reddito di cittadinanzava nella direzione giusta”.



NICOLA ROSSI BOCCIA LA PROPOSTA DELLA PATRIMONIALE E ATTACCA IL PD

Nicola Rossi è contrario all’ipotesi di una patrimoniale limitata ad una componente della ricchezza, perché anch’essa è iniqua. L’ex consigliere di Massimo D’Alema nell’intervista alla Stampa spiega che la strada giusta è quella di “tassare, all’interno dell’imposta personale, i proventi della ricchezza finanziaria o di quella reale”. Quindi, si potrebbe scegliere una tassazione a parte. “Ma va fatta sui proventi, non sul valore del patrimonio”. Per quanto riguarda la riforma fiscale, Rossi non si sbilancia con i giudizi, perché “un giudizio lo si potrà dare tra tre o quattro anni, quando il governo avrà avuto il tempo per portarla a termine”.



Quindi, ora è prematuro. Riguardo l’evasione fiscale, per l’economista l’atteggiamento punitivo non ha prodotto grandi risultati. Utile è invece “l’utilizzo delle tecnologie, come la fatturazione elettronica”. Per Rossi sono stati fatti passi in avanti dal governo. Riguardo la sinistra, Nicola Rossi boccia l’idea che si debba prima fissare il livello di spesa pubblica e poi definire le tasse per coprirla. “Sul Pd mi permetto di dire solo una cosa: faccio veramente fatica a trovare un serio e rilevante argomento economico su cui si sia espresso con chiarezza negli ultimi tempi”, conclude l’economista.