Nicola Savino è da anni la spalla di Linus in uno dei programmi più seguiti in radio, leggasi “Deejay chiama Italia”, ovviamente su Radio Deejay. Il sodalizio fra i due iniziò nel 1996, quando Savino era “semplicemente” il regista del programma. 24 anni fa iniziò così una liason che portò con il passare degli anni a fare del conduttore tv lo sparring partner perfetto del direttore della storica emittente meneghina. Nonostante Savino non sia più lo “sbarbatello” di due decadi e mezzo fa, lo stipendio di Linus resta ancora più alto: «Chi guadagna di più? Ancora lui! – replica lo stesso conduttore de Le Iene, parlando al Corriere della Sera – credo di averlo lambito per un paio d’anni. Ha presente quando il piccolino fa un salto e riesce a toccare la rete del canestro?». Una chiacchierata che ha permesso a Savino di ricordare i suoi genitori, entrambi morti: «Mamma cosa diceva di Linus? C’è una frase drammatica, come solo lei poteva dire sul letto di morte: “Ricordati che Linus ti vuole bene”. I miei genitori sono mancati uno dopo l’altra, mamma nel 2013, papà nel 2014: una doppietta devastante».
NICOLA SAVINO: “HO RICEVUTO PROPOSTE DA TANTE RADIO”
Savino ha avuto molte altre proposte radiofoniche, ma è sempre rimasto fedele a Radio Deejay e al suo programma: «Ho ricevuto proposte da tutte le altre radio, ma ho capito che volevano solo togliere un piede al tavolo. Nel caso mio e di Linus, uno più uno fa cinque, non due. Anche Mick Jagger ha fatto cose da solista, ma non belle come con i Rolling Stones. Io Jagger? Io sono Keith Richards!». Due sono state le puntate più difficili della sua carriera, ma con Linus anche il complesso diventa più semplice: «Il 12 settembre 2001 o il 10 marzo 2020. Tutte quelle dopo una sciagura. Linus, a dispetto del nome da fumetto, è l’unico dj capace di cambiare registro. È per questo che gli sto attaccato come una cozza, è molto più bravo di me». Grandi amici in radio, ma nella vita privata i due non si frequentano: «Un po’ è per proteggere l’intesa professionale. Una volta intervistammo i Depeche Mode. Uno viveva a Londra, uno a New York e uno a Los Angeles. Ecco, il segreto della longevità dei gruppi è dormire in letti separati». E ogni tanto scappa anche qualche litigio ma «Sempre per stupidate e con l’aggravante dei futili motivi. Ormai siamo due vecchi, non abbiamo più zone d’ombra. A volte è un padre o un fratello maggiore. È un mio collega ma anche un amico su cui so di poter contare».