Nicola Savino è stato ospite del programma di Rai Tre, TvTalk. Il co-conduttore de Le Iene ha ripercorso la sua carriera, partendo proprio dagli esordi presso il programma di Italia 1 datato 1998 come ‘semplice’ inviato: “Ero stato reclutato da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo. Ci ho messo 20 anni e sono tornato al paese con la macchina bella, guardatemi! Io non avevo previsto niente, è stato tutto un effetto collaterale, credo che tutto sia dipeso da quello che è successo in radio, ho preso sempre più confidenza e sempre meno vergogna. Le prime volte a Quelli che il calcio ero talmente timido che andavo in onda con un cartonato di Galeazzi davanti alla faccia. Io andavo allo stadio col cartonato e dietro imitavo la sua voce, non ce la facevo ad andare in onda. Tutto può succedere…”.

E a proposito della Radio: “Sono migliaia di ore di diretta quindi non mi può scomporre niente. Spesso a Le Iene cambiamo servizio all’ultimo secondo, mentre l’assistente di studio fa il conteggio, io dovevo lanciare un servizio su una cosa, e all’ultimo secondo mi dicono un’altra cosa, naturalmente noi li abbiamo visti prima e per fortuna esiste wetransfer… non è male, un tempo bisognava andare nelle redazioni mentre ora puoi farlo da casa. Grazie alla radio riesco immediatamente ad elaborare e denunciare”.

NICOLA SAVINO: “LE IENE RIDENSE DALLA PANDEMIA”

Massimo Bernardini, il conduttore, fa notare a Nicola Savino come la versione 2021 de Le Iene sia in un qualche modo “ridens” un po’ più leggera rispetto agli altri anni: “Ce ne siamo accorti con l’autunno, e credo che sia dipendente dalla pandemia. Naturalmente rimane la natura d’inchiesta del programma, soprattutto dopo le 22:30 le 23:00: in una puntata ci sono 5 programmi diversi, c’è una prima parte molto divertente e giocosa poi ci sono parti di inchiesta… Noi abbiamo il ministero della leggerezza, è indiscutibile, nessuno ci chiede di fare atti d’accusa, lo studio serve a tirare un respiro e a voltare pagina fra un argomento e l’altro”. E a proposito di Iene, quale è stato lo scherzo che ha fatto stare più male Nicola Savino? “Quello a Masini, lo conosco personalmente, una persona deliziosa, so che era spaventato a morte e quando c’è di mezzo l’incolumità fisica e ti vogliono picchiare, bello bello non è. Quando conosci la persona sai quanto pesi lo scherzo”. A Le Iene sono tre anni che conduce con Alessia Marcuzzi: “Con lei è un idillio – prosegue Nicola Savino – noi andiamo a cena con mia moglie, siamo una coppia stabile. Io ho fatto delle volte in singolo senza Alessia quando aveva i tamponi falsi positivi, e un po’ mi mancava, ma è un fatto affettivo”.

NICOLA SAVINO: “VORREI CONDURRE AMICI”

Sembrava dovesse accadere qualcosa di simile anni fa con Vladimir Luxuria e L’Isola dei famosi: “Era la Rai della presidente Tarantola che non voleva L’Isola dei famosi, diceva che gli italiani stavano vivendo una crisi economica e non era giusto, io sarei andato avanti. Se non ci fosse stata lei sarei andata avanti con Luxuria, Vladi è la persona più risolta dello show business che abbia mai incontrato”. Ma Nicola Savino condurrebbe mai un talent: “Sono stato folgorato lo scorso sabato dalla finale di Amici che ho trovato meravigliosa. Mi vergogno moltissimo, non l’avevo visto bene fino ad oggi ed ora ho capito che era una grandissima figata perchè hanno cambiato la messa in scena, una cosa spettacolare, quindi la mia risposta è sì perchè mi è piaciuto tantissimo”. Sulle storiche dirette Instagram durante la prima ondata di covid: “Un’idea nata spontaneamente che serviva a salvaguardare prima di tutto, lo dico con un po’ di egoismo, la mia salute mentale e quella di mia moglie, visto che eravamo disperati, un po’ come tutti. Abbiamo fatto una cosa prima per noi che però fungeva anche da mutuo soccorso, soccorrevamo noi e gli altri. Mandarlo in tv? Qualcuno me lo ha chiesto, ne abbiamo parlato, ma con la pandemia se ne sono andati via tanti di quei soldi che nessuno ha i quattrini per finanziare una roba del genere”. Infine sulla coppia con Linus in radio e Battiato: “Andiamo verso i 25 anni. Ho iniziato ad andare in onda con Linus nel ’98 e per i primi due album di Franco che era venuto a presentare chiedevo a Linus di andarmene perchè avevo una specie di timore reverenziale prima di tutto perchè era un mio idolo; quando è uscita ‘La voce del padrone’ io avevo 14 anni e lui era un teen idol, nel senso che gli adolescenti andavano a vederlo, non era musica colta e basta, musica molto fresca”.