Nicola Savino, conduttore di “Back to school”, è intervenuto in qualità di ospite ai microfoni della trasmissione di Canale 5 “Verissimo”, condotta da Silvia Toffanin, insieme a Totò Schillaci e Paola Caruso, entrambi protagonisti del programma imperniato sull’educazione scolastica. Savino ha parlato della sua recente lotta contro il Coronavirus: “Ho avuto una sera 37.5 di febbre e mal di testa un paio di giorni, nulla di più – ha commentato –. L’abbiamo avuto io, mia moglie e mia figlia, dunque non abbiamo vissuto divisi questo periodo. Natale e Capodanno sono stati molto intimi, anche se avrei evitato volentieri di trascorrerli così. Mi hanno anche già riabilitato il Green Pass”.



Totò Schillaci, dal canto suo, ha parlato del suo rapporto con l’istruzione: “Quando ho accettato l’invito di Nicola Savino come concorrente, sapevo a cosa andavo incontro. Io ho frequentato solo le elementari e la prima media, ma quando mi sono trovato in questo programma avevo voglia di scappare. Avrei preferito battere un calcio di rigore. Dicevo ai miei genitori che andavo a scuola, poi a metà strada mi fermavo e giocavo a calcio. I miei figli non hanno preso da me, per fortuna. Loro sono la mia vita: sicuramente non sono stato presente fisicamente, però loro sono cresciuti sani grazie alle mie ex che hanno pensato a dare loro un futuro brillante. Sono molto felice per voi”.



NICOLA SAVINO, TOTÒ SCHILLACI E PAOLA CARUSO A VERISSIMO

Dopo Nicola Savino e Totò Schillaci, Paola Caruso ha raccontato di sé a “Verissimo”: “Mio figlio Michelino ha due anni e mezzo, è difficile fare il genitore e vorrei dargli di più… Un po’ mi rimprovero, ma mi faccio forte per lui, come fanno tutte le mamme nei momenti più difficili. Io a scuola ero bravissima, avevo le professoresse che si arrabbiavano perché riuscivo a superare le verifiche senza studiare: ero troppo intelligente”.

Savino ha quindi ripreso la parola dicendo che anche lui, crescendo, ha sentito la mancanza del papà, che era spesso via per lavoro: “Non c’è il libretto d’istruzioni per fare i genitori. A scuola? Io avevo bisogno dell’urgenza”.