Nuove reazioni da casa Pd dopo le dichiarazioni di Nicola Zingaretti sul futuro dem. Su Facebook, l’ex presidente Matteo Orfini ha affermato: «Poco più di un anno fa proposi di sciogliere e rifondare il Pd. E ottenni un risultato unico nella storia del nostro partito: unire tutti contro questa ipotesi, da Renzi a Zingaretti, da Martina a Gentiloni. Oggi in una intervista a Repubblica Zingaretti propone di sciogliere e rifondare il Pd dopo le regionali. Bene, lieto che questi mesi abbiano fatto maturare ed evolvere la sua posizione. E voglio prendere sul serio questa svolta. Ma perché non sia solo fuffa, c’è bisogno di chiarezza su alcuni punti». Andrea Marcucci, capogruppo Pd al Senato, ha commentato: «A Nicola Zingaretti che propone un nuovo partito, dico bene coinvolgere altri soggetti, bene confrontarsi su idee e progetti per il futuro. L’importante è che la discussione porti ad un congresso vero, di idee ma anche di persone. Ancora più importante è che la matrice riformista che è all’origine del Pd, non venga messa in discussione. Per dirla in modo più diretto, io sono fortemente contrario ad operazioni di nostalgia». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



BEPPE SALA COMMENTA IL PROGETTO DI ZINGARETTI

Arrivano le prime reazioni politiche all’annuncio del segretario generale del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, circa la volontà di riformare in toto il Pd. Poco fa ha parlato uno degli esponenti Dem più autorevoli, il sindaco di Milano Beppe Sala, che ha accolto in maniera favorevole la proposta del governatore della regione Lazio: “Io credo che dobbiamo essere in condizione – le parole del primo cittadino meneghino durante l’intervento all’evento Pd, Nord Face, riportate da Askanews – e lo dico a Nicola, di produrre un piano strategico per l’Italia serio che non nasce a tavolino, che lasci una traccia e che serva per qualunque patto di governo che nascerà in futuro e non in due giorni”. Secondo Sala serve “una visione di lungo termine, di cui non bisogna avere paura, per lo sviluppo industriale e per il lavoro”. Infine, in vista delle elezioni regionali del prossimo 26 gennaio, Sala ha spiegato: “Mi auguro che Bonaccini vinca, in caso contrario Zingaretti sarà costretto a cambiare ancora di più il Pd”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



NICOLA ZINGARETTI: “SCIOLGO IL PD E NE CREO UNO NUOVO”

Sono decisamente a sorpresa le dichiarazioni rilasciate quest’oggi dal segretario generale del Partito Democratico, Nicola Zingaretti. Chiacchierando con il quotidiano La Repubblica, il numero uno dei Dem ha pronosticato grandi novità a sinistra nelle prossime settimane: “Vinciamo in Emilia-Romagna, dove il Pd sta facendo la campagna elettorale per Bonaccini in splendida solitudine e poi cambio tutto: sciolgo il Pd e lancio il nuovo partito”. Attenzione però, Zingaretti non sembrerebbe essere intenzionato a staccarsi dai Dem, come fatto qualche mese fa da Renzi, ma bensì a rivoluzionare gli stessi Democratici: “Non penso a un nuovo partito – ha specificato -, ma a un partito nuovo, un partito che fa contare le persone ed è organizzato in ogni angolo del Paese”. Secondo Zingaretti il Pd dovrà aprirsi alle piazze: “Dobbiamo costruire il soggetto politico dell’alternativa, convocando un congresso con una proposta politica e organizzativa di radicale innovazione e apertura. Dobbiamo rivolgerci però alle persone, e non alla politica ‘organizzata’”.



NICOLA ZINGARETTI: “E’ TEMPO DI COSTRUIRE UN’AZIONE COMUNE”

Un nuovo Pd aperto alla società, ai movimenti che stanno affollando le città nelle ultime settimane: “Non voglio lanciare un’opa sulle sardine – precisa – rispetto la loro autonomia: ma voglio offrire un approdo a chi non ce l’ha”.”Un’alleanza è come un’orchestra, no al gioco delle bandierine”. Sulla tenuta del governo, invece, Zingaretti sembrerebbe essere eloquente: “E’ inutile che ci giriamo intorno, non possiamo fare melina fino al 26 gennaio, non possiamo fare ogni giorno l’elenco delle cose sulle quali non c’è accordo nella maggioranza. Lo dico ogni giorno a Conte e a Di Maio: un’alleanza è come un’orchestra, il giudizio si dà sull’esecuzione dell’opera, non sulla fuga di un solista che casomai dà pure fastidio alle orecchie”. Tornando all’idea di un nuovo Pd, Zingaretti ha aggiunto: “E’ tempo di costruire subito una visione e poi un’azione comune, su pochi capitoli chiari: come creare lavoro, cosa significa green new deal, come si rilancia la conoscenza, come si ricostruiscono politiche industriali credibili nell’era digitale”. Una rivoluzione derivante da un Pd rinato, secondo il suo leader: “Il Pd è salvo, oggi non è più il partito debole, isolato e sconfitto del 4 marzo 2018. Abbiamo retto l’urto di due scissioni, e oggi i sondaggi ci danno al 20%. Siamo il secondo partito italiano, e siamo l’unico partito nazionale dell’alleanza, l’unico che si presenta ovunque alle elezioni, l’unico sul quale si può cementare il pilastro della resistenza alle destre”.