«Governo con il M5s, siano loro ad indicare il nome del Premier. Non sia un Governo di staffetta, ma di svolta; basta stagione dell’odio e della paura»: così il Segretario del Pd Nicola Zingaretti nel discorso al termine delle consultazioni da Mattarella sulla crisi di Governo avvenuto poco dopo le ore 16. Un discorso scritto, letto fino all’ultima riga e senza alcuna possibilità concessa di rispondere alle tantissime domande che erano pronte ad essere poste dai colleghi nello studio alla Vetrata del Quirinale: «Abbiamo espresso al Presidente il sostegno al nuovo Governo con nuova maggioranza politica: abbiamo accettato la proposta del Movimento 5 Stelle di indicare in quanto partito di maggioranza relativa il nome del Premier. Questo nome ci è stato indicato nei giorni scorsi (Giuseppe Conte, ndr)», esordisce il leader dem che ha ottenuto l’appoggio della Direzione Nazionale Pd di questa mattina (con unico voto contrario quello di Matteo Richetti); «abbiamo confermato la sintonia con Mattarella sull’esigenza di costruire un Governo di svolta e di discontinuità per questo Paese. A seguito di un confronto Pd-M5s, abbiamo definito un primo comune contenuto politico: non c’è alcuna staffetta da proseguire e nessun testimone da raccogliere, ma una nuova sfida da cominciare. C’è semmai una nuova sfida da cominciare: l’inizio per l’Italia di una nuova stagione politica, civile e sociale. Un nuovo governo che convinca gli italiani e le italiane che le difficoltà economiche e sociali ci sono ma possono essere superate dall’impegno comune e dall’ingegno di tutti».
VIDEO DISCORSO DI NICOLA ZINGARETTI DOPO LE CONSULTAZIONI PD
La delegazione del Pd, oltre a Nicola Zingaretti, vedeva presenti Paolo Gentiloni, Paola De Micheli e i capigruppo Marcucci e Delrio: tutti assieme hanno spiegato a Mattarella quanto uscito dalla Direzione dem e dai primi colloqui di questi giorni per la trattativa con il M5s. «Il nuovo Governo nasca perché combatta le difficoltà economiche di tutti gli italiani: un impegno comune per i ragazzi e le ragazze che tra pochi giorni torneranno in scuole e università. Per i tanti diplomati e laureati che non siamo riusciti a trattenere: un governo per chi cerca un lavoro, per chi vuole in Italia rimanere a vivere a lungo. Un governo per le imprese, per la legalità, per il nuovo sviluppo verde con chiara disponibilità su ricette economiche per equità sociale, generazionale e di genere». Un discorso programmatico in cui viene fatto indirettamente riferimento alla necessità di “svoltare” rispetto al passato, ovvero un ridimensionamento di Di Maio nel nuovo Governo (come sta avvenendo anche nelle trattative gestite più da Conte che dal leader grillino). Nell’ultima parte del discorso, Zingaretti invece fa riferimento – anche qui indiretto – alla Lega e al periodo di Salvini «Amiamo l’Italia – ha sottolineato il Segretario dem – e crediamo che valga la pena tentare questa esperienza. Sottrarsi alla responsabilità del coraggio di tentare è l’unica cosa che non possiamo e non vogliamo come democratici permetterci. Intendiamo mettere fine alla stagione dell’odio, del rancore e della paura». Il Pd vuole dare voce «all’Italia bella, quella che sconfigge la paura con la speranza, il rancore con la comprensione e sa opporre all’odio la concordia e la condivisione».