Nicolai Lilin non nasconde la rabbia per il coinvolgimento delle tifoserie di calcio nella guerra. In Ucraina, infatti, gli ultras ad esempio della Dinamo Kiev stanno combattendo contro la Russia. “In Ucraina le tifoserie sono state usate dalle milizie neonaziste dal 2014 proprio per massacrare la gente, noi in Occidente non abbiamo prestato attenzione a questi casi“, dichiara lo scrittore russo a L’Aria che tira. Inoltre, ricorda un video diffuso su Facebook, in quanto nessun giornale voleva pubblicarlo, le cui immagini mostravano “gente bruciata viva e massacrata, oltre 50 persone, dai neonazisti. La gran parte di loro erano tifosi. La premier ucraina all’epoca ha ringraziato ufficialmente le tifoserie per questi massacri“.
Sentir parlare il capo ultras della Dinamo Kiev, che definisce “eroi” i soldati del battaglione Azov, ritenuto di orientamento neonazista, lo fa sbottare. “Quando vedo come cerchiamo di ripulire la faccia a delle canaglie, io veramente mi arrabbio. Stiamo pestando la nostra onestà intellettuale“.
LILIN “ANCHE UCRAINI AUTORI DI MASSACRI…”
“Dobbiamo imparare a capire chi sono le persone che meritano rispetto. Non è stata la propaganda russa a massacrare la gente ad Odessa, a fare le fosse comuni scoperte da Onu e Amnesty. La maggior parte dei massacratori arrivavano dalle tifoserie di calcio“, attacca Nicolai Lilin a L’Aria che tira. Ma il capo ultras della Dinamo Kiev, collegato con il programma, non si preoccupa neppure di entrare nel merito delle accuse per replicare, limitandosi a dire che i tifosi “cercano di salvare le persone, mentre Putin ammazza migliaia di persone in Europa“.
Lo scrittore russo comunque è duro anche riguardo l’approccio dell’Occidente, la cui narrazione “è molto denigrante, si cerca di disumanizzare l’avversario“. Ma poco è stato fatto a livello diplomatico. “Bisogna creare i presupposti per la pace. Se vogliamo essere coerenti, dobbiamo ricordare che siamo stati a fianco dei massacratori senza fare sanzioni“.