Il drammatico epilogo nella scomparsa del corriere 40enne Nicolas Del Rio, le cui tracce si erano perse durante una consegna di borse di lusso sull’Amiata il 22 maggio scorso, è avvenuto poche ore fa con il ritrovamento del suo corpo. Secondo quanto ricostruito dalla trasmissione Chi l’ha visto?, che si è occupata da subito della vicenda rilanciando gli appelli della famiglia, il cadavere sarebbe stato rinvenuto dai carabinieri su impulso di quanto dichiarato da uno degli indagati arrestati nell’ambito dell’inchiesta per omicidio e sequestro di persona.



A portare i militari nel luogo in cui è avvenuto l’occultamento, un pozzo che si trova a circa 3 chilometri dal punto in cui il corriere era stato “agganciato” dalla presunta banda di rapinatori interessati alla merce di valore che trasportava, sarebbe stato l’albanese 33enne Klodian Gjoni, lo stesso che avrebbe dato il via alla trappola mortale fermandolo lungo il tragitto e fingendosi bisognoso di un passaggio e che, poche settimane prima dell’arresto, si era presentato davanti alle telecamere del programma di Rai 3 per rispondere alle domande dell’inviato Giuseppe Pizzo in quello che, alla luce dell’evoluzione dell’indagine, appare ora come un maldestro tentativo di depistaggio. Gjoni, stando a quanto delineato finora dagli investigatori, avrebbe agito con la complicità di altre persone tra cui due cittadini turchi, Ozgur Bozkurt, 42 anni, e Kaia Emre, 28, già indagati e fermati con lui per i reati di rapina e danneggiamento a seguito di incendio dopo il rinvenimento del furgone di Nicolas Del Rio, dato alle fiamme, in una zona isolata del Grossetano. Nelle scorse ore altri nomi sarebbero finiti nel registro degli indagati: il padre dell’albanese, Niko Gjoni, nelle cui disponibilità era la villetta dove si trova il pozzo, e Zindan Bozkurt, padre di Ozkurt. Entrambi, riporta Adnkronos, risultano sospettati di concorso in rapina, danneggiamento e sequestro di persona.



Gjoni fermato mentre tentava di raggiungere Tirana, la sua famiglia sarebbe stata a conoscenza della rapina

Secondo la ricostruzione di Chi l’ha visto?, Gjoni sarebbe stato fermato dai carabinieri a Ciampino mentre stava per imbarcarsi su un volo per Tirana. L’ipotesi è che stesse tentando la fuga dopo la rapina e l’omicidio di Nicolas Del Rio, forse ucciso il giorno stesso della scomparsa, il 22 maggio scorso, e gettato in un pozzo dove poi lo stesso albanese l’avrebbe fatto ritrovare a margine di un lungo interrogatorio. Il luogo dell’occultamento del cadavere si trova in una proprietà privata a cui il padre del 33enne indagato, Niko Gjoni, avrebbe avuto accesso per questioni lavorative. È per questo che, incrociando le intercettazioni di alcune conversazioni tra l’uomo e sua moglie con i primi esiti dell’indagine a carico del presunto gruppo criminale composto dal giovane e dai due turchi arrestati, gli inquirenti sarebbero arrivati alla sua iscrizione nel registro degli indagati per l’ipotesi di concorso nei reati di rapina, sequestro di persona e danneggiamento.



Chi indaga sospetta che la famiglia dell’albanese fosse a conoscenza dell’accaduto e stesse pensando a come evitare un coinvolgimento del padre di Gjoni nella faccenda proprio perché la refurtiva, le borse di lusso sottratte al corriere per un valore complessivo di circa 500mila euro, inizialmente sarebbero state nascoste nella villetta degli ignari proprietari dove Niko Gjoni svolgeva lavori saltuari. L’impianto accusatorio sarebbe solido e potrebbe portare velocemente a ulteriori misure cautelari. In una conversazione con la sorella, Gjoni avrebbe parlato della rapina e delle conseguenze di un eventuale ritrovamento del corpo di Nicolas Del Rio quando ancora erano in corso le ricerche: “Ora – le parole della donna al fratello – ogni cosa che viene è meno rischiosa di quella che abbiamo rischiato. Immagina se avevano trovato… te non eri qui ora