La vita di Brigitte Bardot è stata scossa dalla nascita del figlio Nicolas-Jacques Charrier, primo e solo, nato dall’amore e dal matrimonio con il secondo marito Jacques Charrier. Dopo il primo matrimonio con il regista Roger Vadim e vari flirt con Jean-Louis Trintignant, Gilbert Bécaud e Sacha Distel, la divina BB sul set del film “Babette va alla guerra” conosce e si innamora perdutamente di Jacques Charrier. Un amore passionale e travolgente che spinge la coppia al matrimonio poco dopo la scoperta della prima gravidanza della Bardot. L’attrice al culmine della sua carriera quando scopre di essere in dolce attesa non è felice, anzi il suo unico e solo desiderio è quello di interrompere la gravidanza e cerca in tutti i modi di farlo, ma la sua volta è ostacolata dalla legge Veil del 1975 che non riconosce l’aborto.
L’attrice allora cerca tramite amicizie e conoscenze di poter mettere la parola “fine” alla sua gravidanza, ma nessun medico vuole operarla rischiando così “di correre il rischio di mettere in pericolo la vita di una star”. Alla fine Brigitte deve accettare il suo corpo che cambia e anche di diventare mamma di un figlio con cui avrà sempre rapporti “difficili ma affascinanti” per stessa ammissione di Nicolas-Jacques Charrier.
Nicolas-Jacques Charrier, il figlio di Brigitte Bardot: un uragano che stravolse la vita della diva
Nicolas-Jacques Charrier, il figlio di Brigitte Bardot, viene al mondo l’11 gennaio del 1960 e cambia per sempre la vita della regina del cinema internazionale, icona di stile e bellezza senza eguali. L’arrivo di un bebè stravolge la vita della star considerata una sex symbol, ma Brigitte poco dopo la nascita del figlio decide di dedicarsi a tempo pieno alla carriera e vive anche un flirt con l’attore Sami Frey arrivando così al secondo divorzio nel 1962. Molti anni dopo proprio Brigitte nella sua autobiografia ha parlato del figlio Nicholas dicendo: “era come un tumore che si era nutrito di me, che avevo portato con me nella mia carne gonfia, aspettando solo il momento benedetto in cui finalmente si sarebbe liberato di me”, ha scritto, “avendo raggiunto l’apice dell’incubo, ho dovuto assumermi la responsabilità della vita dell’oggetto della mia disgrazia. Avrei preferito dare alla luce un cagnolino”.