Nicolas Pilartz torna a far parlare di sé grazie a Tu si que vales. La sua idea di andare in tv a parlare di respirianesimo non è piaciuta ai telespettatori, che sui social lo hanno duramente attaccato, insieme alla scelta della giuria di “normalizzare” una pratica che può essere molto pericolosa. Parliamo, infatti, di una dieta a base solo di aria. I respiriani, infatti, rientrano in un movimento che crede nell’alimentazione pranica, quindi il cibo non è essenziale, basta il prana, che è il soffio invisibile che unisce tutti gli esseri umani. L’energia, per dirla più semplicemente.
Il guru, originario di un piccolo paese vicino a Fabriano, nelle Marche, ha spiegato che i respiriani non hanno bisogno di mangiare cibi solidi e in casi rari non hanno bisogno neppure di bere. «Ho cominciato il mio percorso dieci anni fa, è stato progressivo. Piano piano ho modificato la mia consapevolezza, quindi mi nutro di tutto quello che mi circonda», ha esordito Nicolas Pilartz. «Cominciavo a sentire disagi con il cibo, quindi mi sono detto di provare questa cosa e piano piano ho visto i benefici».
BUFERA SOCIAL SU NICOLAS PILARTZ E I RESPIRIANI
I giudici di Tu si que vales non sono apparsi perplessi, ma incuriositi, infatti hanno cominciato a porre domande a Nicolas Pilartz per capire chi sono i respiriani. «Ho sentito che il mio corpo non era più lo stesso gli acciacchi. Ora sono guarito da tantissime cose, sono ringiovanito dentro». Solo Sabrina Ferilli ha chiesto se la pratica sia pericolosa, infatti il guru del respirianesimo lo ha confermato. «Mi piace di questo signore che ha fatto una scelta estrema, ma non è estremista nel parlare», ha commentato Gerry Scotti. Invece Rudy Zerbi ci ha scherzato: «Hai le mani fredde, sei ancora vivo?». Gli utenti sui social sono insorti perché si tratta di teorie assurde dal punto di vista medico-scientifico, non avvalorate da alcuna prova sperimentale: «Ma sta stron*ata perché la stanno facendo passare come una cosa normale? una cosa sana?». Un altro utente ha commentato su Twitter: «Mi raccomando non credete a queste *oiate».