L’Italia deve introdurre un salario minimo per legge visto che in molti settori i livelli sono inadeguati: questo il parere di Nicolas Schmit. Intervistato dalla Stampa, il commissario europeo del Lavoro si è soffermato sui principali dossier legati all’Italia, a partire dalla sostituzione del Reddito di cittadinanza con un nuovo sistema: “E’ stato ristretto il numero dei potenziali beneficiari e noto che in questo c’è una certa discrepanza con la nostra raccomandazione”.
“Le modifiche relative all’inserimento nel mondo del lavoro, se tutto verrà davvero fatto come previsto, mi sembra invece che siano in linea con il nostro approccio perché non bisogna lasciare che i cittadini percepiscano un reddito minimo a prescindere”, ha proseguito Schmit: “Ovviamente vanno fatte delle distinzioni. Ci sono persone che per varie ragioni potrebbero non essere più in grado di lavorare e a queste va garantito un livello di assistenza minimo per far sì che abbiano una vita decente”.
La versione di Schmit
Schmit ha ammesso di non sapere se il nuovo modello garantisca ciò, aggiungendo che si potrebbe essere più selettivi con chi ha la capacità di lavorare. Il commissario ha poi notato positivamente che “viene data la possibilità di cumulare una piccola parte del reddito in caso di occupazione temporanea”. Una battuta anche sulla riforma delle pensioni, questione delicata e sensibile ovunque ha ammesso Schmit: “Da un lato c’è un tema legato all’età pensionabile nel momento in cui la speranza di vita aumenta. Il punto però è che non siamo tutti uguali, non abbiamo fatto tutti lo stesso lavoro e dunque non può esserci un legame diretto”. Per il commissario serve un approccio più flessibile, ma c’è anche un altro lato da considerare: “C’è un tema di sostenibilità dei conti pubblici che deve fare i conti con i trend demografici, soprattutto in Paesi come l’Italia. Infine, c’è una questione del livello delle pensioni: deve essere adeguato perché non possiamo spingere le persone più anziane nella povertà”.