Si è tenuta nella giornata di ieri la pagina – forse – più dura del processo per la morte delle 37enne Nicoleta Rotaru che vede come unico imputato l’ex marito 42enne Erik Zorzi accusato di averle tolto la vita al culmine di un litigio strangolandola: una pagina – appunto – dura perché i protagonisti dell’udienza sono stati quei migliaia di audio che la donna da diversi mesi registrava per tutelarsi dalle continue violenze e vessazioni da parte dell’ex marito; tra i quali uno in particolare che con una durata di addirittura 63 ore cristallizza gli ultimi attimi di vita di Nicoleta Rotaru e le 60 ora successive, prima che il suo cellulare si spenga inesorabilmente.
Prima di arrivare all’audio che ha destato non poco sgomento tra i presenti in tribunale, è bene ricordare che il corpo senza vita di Nicoleta Rotaru fu trovato dagli inquirenti nell’agosto del 2023 nella doccia del suo appartamento con una cintura stretta attorno al collo: inizialmente si pensò ad un possibile suicidio, ma proprio grazie a quei terribili audio si riuscì a risalire alla figura dell’ex marito Zorzi, poi finito in manette lo scorso 20 marzo ed ora giunto a processo con l’accusa di omicidio volontario e l’aggravante del legame parentale.
L’audio degli ultimi attimi di vita di Nicoleta Rotaru e le prove della violenza di Erik Zorzi
Venendo a noi, quell’audio interminabile da 63 ore per l’accusa risulta essere la prova più importante a dimostrazione della responsabilità di Zorzi nella morte di Nicoleta Rotaru: gli stralci ascoltati a processo – infatti – sono partiti con un litigio tra i due scoppiato in piena notte, culminato attorno alle 4:20 con un grido da parte della 37enne al quale segue – e furono le sue ultime parole – solamente la frase “Erik, ti prego“; mentre il proseguo contiene solamente una lunga serie di deliri da parte del 42enne che dopo aver chiesto a qualcuno di immaginario di “liberarci”, rivolgendosi all’ormai rantolante Nicoleta per dirle “mi stai distruggendo“, seguito da una serie di “vattene” e da un’altra di “Nico”.
Un audio – insomma – che dimostrerebbe inconfutabilmente la presenza di Zorzi negli ultimi attimi di vita di Nicoleta Rotaru e che si unisce ad altri due file che risalgono ai mesi precedenti: nel primo – sempre registrato dalla 37enne – si sente l’uomo minacciare la figlia 12enne della coppia e (presumibilmente) darle una schiaffo prima di (sempre presumibilmente) aggredire anche la ex moglie; mentre nel secondo al culmine di un litigio con la sua stessa madre arriva a strangolarla, prima che lei – dopo essersi liberata – gli dica “sei sempre stato cattivo (..), sei una bestia [e] non sei degno di essere chiamato padre”.