Nella giornata di ieri si è verificata l’ennesima morte sul lavoro: a perdere la vita è stata Nicoletta Palladini, 50enne operaia che lavorava in una vetreria di Borgonono Val Tidone, in provincia di Piacenza. Era dipendente in quella ditta da 26 anni, come scrive La Stampa, ed era diventata una delle coordinatrici del reparto Controllo qualità del vetro cavo lavorato nell’area a caldo, ma l’esperienza non è bastata a salvarle la vita. Una nuova morte bianca che ha fatto scattare uno sciopero di otto ore per la giornata di oggi da parte degli operati e dei sindacati «perché, nonostante le richieste dei sindacati di sospendere la produzione, nessun reparto si è fermato. Neanche in segno di lutto e di rispetto per la morte di Nicoletta».
Il lavoro che svolgeva Nicoletta, spiega Stefano Rossi della Filctem Cgil di Piacenza «non doveva essere un lavoro pericoloso. Soprattutto da quando, nel 2020, con gli investimenti dell’industria 2.0, i proprietari avevano acquistato il nuovo macchinario che risparmiava agli operai la fatica di caricare e scaricare i bancali coi prodotti finiti, bicchieri, bottiglie, vasetti, dai rulli che li trasportano», la cosiddetta “navetta”, come la chiamano i dipendenti della ditta. Quando è morta Nicoletta Palladini faceva il turno notturno, e la navetta si era bloccata già due volte: «Non una cosa insolita, anzi – racconta una collega a La Stampa -. La navetta si blocca ogni volta che qualcuno entra nel suo raggio di azione». Non è ben chiaro cosa sia accaduto, ma non è da escludere che la vittima sia intervenuta per fare ripartire il macchinario, fino a che qualcosa è andato storto. I colleghi, accorgendosi di quanto stesse accadendo, hanno provato invano a liberare il corpo della donna, ma a nulla è valso il loro intervento così come quello tempestivo di vigili del fuoco e degli uomini del 118.
NICOLETTA PALLADINI, MORTA STRITOLATA IN VETRERIA: “SIAMO SCONVOLTI”
«Siamo sconvolti, avevamo appena comprato la navetta marchiata Ce, tutti gli operai hanno a disposizione i Dpi e Nicoletta, come gli altri, aveva fatto il corso di formazione nell’ottobre del 2021», afferma Elena Ramondini, responsabile del personale, mentre la sorella Daniela aggiunge: «Eravamo tre fratelli molto legati. Insieme facevamo il possibile per la mamma invalida. Ora Nicoletta non c’è più».
Ovviamente sgomenti tutti i colleghi, che come detto sopra, hanno deciso di indire una giornata di sicopero: «In nome di Nicoletta abbiamo indetto l’assemblea permanente e poi lo sciopero. L’unica cosa che sappiamo, davanti a questa mattanza, è che in tema di sicurezza non si fa mai abbastanza – le parole di Massimo Pelizzari di Femca Cisl Parma e Piacenza davanti al cancello dell’azienda -. Per questo dobbiamo andare avanti, pretendere delle risposte, fare il possibile perché quel che è successo non si ripeta più».