Ai microfoni di “Morning News”, trasmissione di Canale 5, è intervenuta nella mattinata di martedì agosto Nicoletta Romanazzi, la mental coach di Marcell Jacobs. La donna, in collegamento audiovisivo, ha dichiarato: “Dal mio punto di vista crederci conta tantissimo, è essenziale. Jacobs è molto veloce anche di testa, mette in pratica immediatamente cosa ci diciamo”.
La difficoltà maggiore che si è trovato ad affrontare qual è stata? “Abbiamo lavorato su diverse cose: quello che lui ha raccontato da subito è stata la necessità del recupero della relazione col papà, poi sul ritrovare se stesso e capire le sue capacità, gestendo l’ansia in gara, lasciando andare le pressioni e le aspettative esterne”. Il rapporto con mamma Viviana è speciale: “L’ha sempre supportato, è stato tutto il suo mondo. La figura dei genitori è importante in generale”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
NICOLETTA ROMANAZZI, MENTAL COACH DI MARCELL JACOBS: “DOVEVA SOLO SBLOCCARSI”
Nicoletta Romanazzi è la mental coach del campione olimpico dei 100 metri Marcell Jacobs, che ieri ha scritto un’importante pagina di storia ai Giochi di Tokyo 2020, regalando una medaglia d’oro storica all’Italia. È stata proprio lei a rivelare che l’atleta azzurro, con cui ha iniziato a lavorare a maggio 2020, aveva soltanto bisogno di risolvere alcuni nodi connessi al suo passato e all’abbandono di suo padre, in quanto nel suo potenziale erano racchiuse certe prestazioni, certi tempi (il 9.84 di ieri non è certo figlio del caso, ndr). Doveva solamente sbloccarsi, Marcell, e il fatto di avere risolto il rapporto turbolento con suo papà l’ha indubbiamente aiutato. Da quel momento le gambe girano meglio, più veloci e in pista ha piena contezza delle sue capacità e sa tenere sotto controllo le sue emozioni.
Su Instagram, la donna ha ricordato il primo incontro con Jacobs: “Era insieme al suo coach Paolo Camossi. Abbiamo chiacchierato e ci siamo trovati subito. Quel giorno stesso ho capito che avremmo potuto fare grandi cose insieme: gliel’ho promesso, gliel’ho visto addosso quel record italiano, e anche di più. Ad un patto: che si fosse impegnato. Perché il lavoro su di sé è impegnativo, perché ci costringe ad andare in profondità, a guardare tutte quelle parti di noi che è una vita che evitiamo. E poi bisogna allenarsi, non basta aver compreso. Bisogna portare nuove visioni, nuove consapevolezze, nuove prospettive nel vivere quotidiano”.
NICOLETTA ROMANAZZI, MENTAL COACH DI MARCELL JACOBS: “SI È MESSO COMPLETAMENTE IN GIOCO”
La mental coach di Marcell Jacobs, Nicoletta Romanazzi, è riuscita a far fruttare il lavoro fatto con il podista azzurro, dimostratosi smanioso di mettersi in gioco poco per volta, ma completamente. Il suo operato ha preso il via a settembre, quando “abbiamo tagliato quell’elastico in vita che avevo percepito vedendo la sua gara al Golden Gala di Roma e che non gli dava la possibilità di esprimersi per chi era”.
Peraltro, Romanazzi segue anche altri quattro nostri portacolori alle Olimpiadi in landa nipponica: si tratta di Luigi Busa, Viviana Bottaro, Jeannine Gmelin e Alice Betto. A tutti loro ha dedicato nei giorni scorsi un commovente post sul suo profilo social: “Cinque dei miei ragazzi stanno per coronare il sogno olimpico. Portano a Tokyo anni di allenamenti durissimi, di sconfitte e di vittorie, di paure profonde e di infinito coraggio, di voglia di mollare e di determinazione, di vulnerabilità e di forza. Portano le proprie origini, la propria storia, i sogni nati quando erano bambini e che hanno portato avanti testardamente. Soprattutto, portano la consapevolezza di rappresentare la propria nazione, di portare in gara ognuno di noi, di regalarci emozioni profonde, di rimetterci in contatto con l’orgoglio, ‘entusiasmo, il senso di appartenenza, la voglia di lottare fino alla fine”.