C’era anche Nicolò Bongiorno nel ricco parterre di ospiti dell’odierna puntata di “Ora solare”, il talk show condotto da Paola Saluzzi su Tv2000 e in cui personaggi famosi ma anche semplici cittadini si raccontano a cuore aperto: il figlio dell’indimenticato Mike, infatti, è stato protagonista di una puntata… in “allegria” (per citare lo stranoto motto pronunciato dal padre ai bei tempi), in cui si è parlato dello storico conduttore anche assieme a Daniele Soragni, giornalista e autore televisivo oltre che suo sodale, e Ludovico Pellegrini, giudice di gara noto al grande pubblico.
E il 45enne Nicolò, secondogenito di Mike Bongiorno e apprezzato regista e produttore televisivo nonché cinematografico, padre di tre figli tutti nati prima della scomparsa del nonno, ha raccontato alla Saluzzi la storia di quel signore che, nelle parole della conduttrice, ha cambiato di fatto la storia della tv italiana, “un signore nei modo di fare, di essere e di agire”. In collegamento da Milano, il secondogenito presidente della Fondazione Bongiorno e autore di due libri sul papà, ha spiegato il motivo per cui ha scritto di Mike e cosa voleva far sapere del suo genitore. “Io mi son trovato un po’ per caso a fare il biografo di papà” ha esordito, ricordando la sua passione per la storia e in generale per le ricerche: “In modo naturale in famiglia mi sono trovato in questa dimensione” ha scherzato.
NICOLO’ BONGIORNO: “PAPA’ ERA LA VOCE DELL’AMERICA IN ITALIA DOPO LA GUERRA”
Parlando del papà, Nicolò Bongiorno ha rivelato cosa l’ha colpito in particolar modo di questo lavoro a ritroso, sulle tracce del genitore, tra documenti inediti (uno viene mostrato successivamente nel corso della puntata) e foto d’epoca di valore inestimabile che raccontano, prima ancora che un uomo, un momento fondamentale della storia italiana del Dopoguerra. “Ho raccolto con lui due anni bellissimi, scoprendo una dimensione umana che non conoscevo: siamo stati costretti a stare assieme di notte, in situazioni imprevedibili, e così ha provato a raccontare se stesso, cosa che non aveva mai fatto” ha aggiunto il 45enne ammettendo tuttavia che in questo lavoro di scavo e di ricordo quello del figlio non è mai un ruolo semplice.
“Papà mi ha dato la mano e assieme abbiamo costruito questo libro che è stata una bellissima avventura” ha detto poi Nicolò alla Saluzzi, a proposito di uno dei due volumi scritti su Michael Nicholas Salvatore, in arte Mike. E parlando della naturalezza di Bongiorno in pubblico e del modo in cui si esprimeva, il figlio ha ricordato lo straordinario rapporto del papà con la gente comune. Partendo da quando Mike venne inviato in Italia da una radio statunitense per fare “la voce dell’America” nel Bel Paese, Nicolò svela alcune bellissime foto in bianco e nero in cui il genitore lavora su un giradischi: “È una delle foto preferite del nostro archivio, dato che rappresenta l’essenza di quello che ha fatto papà e come ha costruito la sua grandissima carriera”.
“LUI SEMPRE IN MEZZO ALLA GENTE: E INFATTI POI COL SUO PUBBLICO…”
Infatti in alcuni degli scatti mandati sullo schermo gigante in studio, si vede Mike Bongiorno giovane in mezzo alla gente: “Lui era un ragazzo che girava l’Italia del Dopoguerra, e incarnava lo spirito dell’America” prosegue il figlio nel suo racconto, “aveva questo rapporto con la gente e poi con il suo pubblico molto naturale, e questa è stata la caratteristica di tutta la sua vita”. Anzi, grazie a lui la tecnologia arrivò anche nei luoghi sperduti del Sud Italia: “Questa foto è fenomenale: portava la tecnologia nei paesini del Meridione, creava un legame forte” spiega a proposito di uno scatto datato 1953.
E dopo che la regia manda in sovrimpressione la copia di un lasciapassare con cui l’inviato Bongiorno era esentato dalle regole del coprifuoco per svolgere il suo lavoro di inviato del quotidiano “la Stampa”, Nicolò spiega: “Era il ’53, lui la guerra l’aveva vissuta pericolosamente: anzi la guerra è stata la radice della sua carriera, è stato in situazioni davvero pericolose e persino al muro quando stava per essere fucilato” ricorda, spiegando anche che secondo Mike era stata la Provvidenza a salvarlo in quella circostanza. “La carriera in tv è cominciata in maniera imprevedibile: si era trovato negli USA come prigioniero a raccontare poi la Seconda Guerra Mondiale ed è così che si sono accorti di lui…” prosegue Nicolò, parlando della bella voce del papà dei primi passi nel mondo della radio. “Poco prima di essere arrestato era stato un partigiano per conto degli americani: scriveva per i quotidiani, aveva all’inizio questa aspirazione di fare il giornalista e faceva piccoli servizi sportivi in quel di Torino, dove viveva…” conclude.