Nicolò Maja, 24 anni, è l’unico sopravvissuto della strage di Samarate del 4 maggio 2022, in cui il padre Alessandro (detenuto e a processo) uccise la moglie, Stefania Pivetta, e la figlia Giulia, aggredendo brutalmente anche il figlio, senza riuscire però a togliergli la vita. In occasione dell’evento “Women for Women against Violence-Camomilla Award”, l’attore Marco Bocci ha letto una toccante lettera scritta dal ragazzo alla mamma e alla sorella che non ci sono più. Comincia così: “Mamma, Giulia, Dio solo sa quanto mi mancate, mi sforzo inutilmente di non pensare a voi, ma continuo a cercarvi e a sperare di rivedervi, cerco di convincermi di aver vissuto solo un brutto incubo”.
Nicolò Maja si rivolge poi alla sorella: “Giulia, sento ancora le tue risate, l’allegria coinvolgente dei tuoi sedici anni, le nostre serate assieme al cinema, a mangiare fuori, o quando ti accompagnavo in giro, perché non ti lasciavo mai andare da sola. Sentivamo e cantavamo assieme sempre la canzone dei Pinguini Tattici Nucleari, ‘Pastello Bianco’. Ogni tanto cercavi di sfuggirmi, ma io non mollavo, volevo stare con te, ti volevo proteggere, eri troppo giovane per uscire da sola”.
NICOLÒ MAJA, LETTERA ALLA MADRE E ALLA SORELLA MORTE NELLA STRAGE DI SAMARATE: “COSA È SUCCESSO?”
Dalla missiva emerge poi con drammatica prepotenza tutto il dolore di Nicolò Maja, che ha visto il suo nucleo familiare andare improvvisamente in frantumi: “Eravamo una famiglia felice, serena. Ricordo ancora le sere tutti assieme a giocare con la Settimana Enigmistica. Papà leggeva le domande e noi a cercare di trovare le risposte. Mi credete se non riesco ancora a capire cosa è successo, a smettere di chiedermelo… Perché?”. Le domande del 24enne continuano poi senza soluzione di continuità: “Perché papà nel pieno della notte vi ha colpito a morte e poi si è accanito anche su di me? Perché lo ha fatto? Mi sento in colpa per non avervi potuto difendere, per essere sopravvissuto. Mi chiedo sempre: perché io?”.
Infine, la dedica di Nicolò Maja alla madre: “Mamma, penso ai filmini del tuo matrimonio che adoravo vedere e rivedere da piccolo e alla canzone ‘Your Song’ di Elton John, che mi accompagnava e che anche adesso continua a ricordarmi di te. Ricordo i tuoi inseguimenti per abbracciarmi e io che mi spostavo per sfuggire ai tuoi baci. Adesso non lo posso fare più, sono in un cono d’ombra e faccio fatica ad uscirne. Mamma, Giulia, vi chiedo perdono… Non ho saputo dimostrarvi tutto l’affetto che provavo per voi, sono sempre stato un po’ chiuso. Vi amavo immensamente, ma ormai non ve lo potrò mai più dire. Adesso tutte le sere mi addormento sperando di incontrarvi, di stare con voi, in un bel sogno, che spero non finisca mai”.