Nicolò Palombini è guarito da un osteosarcoma ed ha scritto un libro dal titolo “Io non ho più paura” in cui racconta il dramma vissuto. Il sedicenne, che ha due fratelli gemelli, è stato ospite a L’ora solare, in onda su Tv2000, nella puntata di mercoledì 29 dicembre. “Quando ho scoperto la malattia mi sono chiesto se sarei sopravvissuto. I medici mi hanno detto che non lo sapevano e che era una corsa contro il tempo”, ha raccontato.



“Da lì la mia vita è cambiata, tra ricoveri e chemioterapia. Ho fatto tanto per vincere questa battaglia: non sembrava finire più ma alla fine ho visto la luce. In ospedale le giornate erano faticose, non riuscivo a parlare con nessuno perché non volevo far vedere ai miei genitori e ai miei fratelli che stavo male”. È stata proprio la sua famiglia a dargli la forza di andare avanti. “Mia mamma ogni volta che ero giù mi capiva. In ospedale lei e papà si davano i turni, quando non c’era mi chiamava sempre insieme ai miei fratelli. Non sono mai stato solo. Anche i miei amici sono stati importanti. Alcuni durante la malattia mi hanno abbandonato, altri sono stati veri e mi sono rimasti al fianco. Non a tutti piace stare con un malato, a quest’età si pensa a divertirsi”. Infine, il rapporto con la fede: “Ho sempre creduto in Dio, ma non sono mai stato praticante. Non ne sentivo il bisogno. Mi sono trovato in una situazione in cui non sapevo a chi affidarmi. Non sentivo una voce, ma mi serviva qualcuno che mi desse una mano. È stata una forza in più per combattere, mi ha aiutato tanto”.



Nicolò Palombini, guarito da osteosarcoma: il libro

Nicolò Palombini, il sedicenne guarito da osteosarcoma, ha riassunto la sua storia in un libro: “La mia oncologa mi consigliò di scrivere tutti i miei pensieri perché mi tenevo tutto dentro”. Il suo “Io non ho più paura” è un messaggio di fiducia. “La forza l’ho trovata perché non avevo scelta. Quando c’è di mezzo la vita si fa di tutto. Ho sempre guardato avanti all’obiettivo senza perdere la speranza, anche quando una chemioterapia non andava bene o gli effetti collaterali erano forti”.

Adesso pensa al ritorno alla normalità, anche se è ancora lontano. “Ogni giorno è una conquista, mi godo la vita al 100%. Ogni piccola cosa mi sembra un traguardo. Ho ricominciato a fare sport, sono come un bambino al lunapark. Ho rischiato anche di perdere una gamba, non posso giocare più come prima, ma è già una conquista. Il mio sogno nel cassetto è tornare in campo. I miei amici mi chiamano capitano come Francesco Totti”, ha concluso.