NICOLÒ ZANIOLO SI RACCONTA…

In una lunga intervista concessa a La Repubblica, Nicolò Zaniolo ha parlato di parecchi temi: ce ne sono due che sicuramente sono interessanti, il primo riguardo il rapporto con Luciano Spalletti (che lo ha richiamato in nazionale, ma lo aveva già fatto Roberto Mancini) e l’altro che ancora una volta torna a scavare nel doloroso addio alla Roma, la società che aveva raggiunto nell’ormai famoso affare Nainggolan e la cui maglia Zaniolo sembrava poter indossare a lungo. Non è andata così: a gennaio è stato messo fuori rosa per alcune frizioni con ambiente e società, poi è arrivata la cessione al Galatasaray.



Vittoria del campionato turco, e prestito all’Aston Villa: oggi Zaniolo gioca in Inghilterra, e in quella Conference League che nel 2022 (ma sembra una vita fa) aveva risolto lui, segnando in finale al Feyenoord. “Le partite più difficili sono le più facili da preparare” ha detto Zaniolo, che di quel successo a Tirana conferisce i meriti a José Mourinho. A proposito di allenatori: Zaniolo ha ricordato quella volta che Eusebio Di Francesco lo aveva mandato in campo titolare contro il Real Madrid, in Champions League. “Dovevo marcare giocatori che fino al giorno prima utilizzavo alla Playstation”.



ZANIOLO SU SPALLETTI E L’ADDIO ALLA ROMA

Comunque, circa gli argomenti di cui sopra, Zaniolo ha speso belle parole per Spalletti: “Diretto, preparatissimo, sa cosa vuole tu faccia in campo”. E soprattutto, dice quello che pensa, sempre e in faccia: qui, Zaniolo sottolinea che c’è chi non lo ha fatto, “non è facile trovare persone come Spalletti”. E dunque, si arriva al secondo argomento: la separazione dalla Roma. Uno strappo che nelle parole dell’ex giallorosso fa ancora male: “Ho provato una delusione, io ho delle responsabilità ma anche altre persone”. Dice, Zaniolo, che i casini riguardano tutti e la colpa non può essere solo del singolo; afferma di amare ancora piazza, compagni (ex compagni), squadra e tifosi, ma di non voler più parlare del passato.



Nell’intervista, Zaniolo ha poi appunto toccato altri temi. La doppia rottura del crociato gli ha rallentato la crescita, “mi ha fatto saltare gli Europei poi vinti e 70-80 partite che sono tante”, ma dall’altra parte lo ha anche reso maggiormente professionale, perché prima ad esempio la palestra era un fastidio mentre adesso è diventata necessaria, e gli allenamenti sono diventati più intensi mentre in precedenza prevaleva l’aspetto del divertimento. Riguardo la nazionale, riconquistata grazie alla convocazione di Luciano Spalletti, Zaniolo dice che “mi piacerebbe vincere un grande torneo, oltre a tanti con la squadra e personali”. L’obiettivo è anche quello di divertirsi ed essere felice; e, chissà, magari un giorno anche di tornare alla Roma. La 10 di Francesco Totti però non la indosserebbe: “Non avrei mai accettato, ti mette addosso una pressione che non serve e a Roma le pressioni ci sono a prescindere. Non ho mai nemmeno pensato di prendere la 10”. Però, magari, un giorno…