Nicolò Zenga, figlio di Walter, l’ex portiere di Serie A, racconta il difficile rapporto con il papà a “Storie Italiane”: “Penso che con la maturità che si ha quando passi da figlio a uomo che cerca una propria famiglia, si tende a pensare abbastanza in fretta a quelli che sono stati gli errori che attribuiamo ai nostri genitori, a quelli che potremmo fare noi a nostra volta. La mia è una storia di un’infanzia felice, non ho avuto grandi traumi, ma ho avuto la mancanza della figura paterna che poi le figure che mi circondano, hanno compensato. Parlo del secondo marito di mia mamma e di mio nonno. Mi hanno sempre detto che da grande avrei avuto un rapporto diverso con papà, che ci saremmo ritrovati”.



Nicolò Zenga: “Avevo voglia di conoscere meglio mio papà”

Come sottolineato da Nicolò Zenga a “Storie Italiane”, “di mio papà mi è mancata la presenza: guardando a ritroso, ora vedo che in realtà non mi è mai mancato nulla, era più una voglia di conoscere la persona. Di carattere noi siamo opposti ma è una cosa che abbiamo superato: abbiamo imparato a conoscerci a vicenda e penso che ci sia una stima e un apprezzamento reciproco”. Nonostante non ci siano stati grandi traumi nella vita di Nicolò Zenga, infatti, il ragazzo ha sofferto la mancanza fisica del papà, quella voglia di conoscerlo che in realtà non ha trovato adempimento, poiché quando era molto piccolo, i genitori si sono separati.



Oggi, tra Walter Zenga e Nicolò Zenga, “il rapporto è cambiato, è diventato tra uomini, tra persone mature che vogliono conoscersi e apprezzano il tempo che passano insieme. Ho fatto diversi percorsi psicologici e una volta che mi sono reso conto di quali fossero i motivi di queste sfaccettature del mio carattere, piuttosto introverso, ho imparato a conoscerle e analizzarle, capendone le ragioni. E tutto diventa più semplice”.

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