Era di qualche giorno fa l’allarme lanciato dall’Oms in merito al tema della nicotina che secondo alcuni “proteggerebbe” dal contagio di coronavirus: «La ricerca disponibile al momento suggerisce che i fumatori corrono un rischio maggiorato di sviluppare la forma più grave della malattia e di incorrere nella morte», scrive l’Organizzazione Mondiale della Sanità in merito ai diversi studi finora pubblicati che invece ammetterebbero come possibile farmaco anti-Covid-19 proprio un elaborato con nicotina contenuta. Ecco che però l’autorevole Ers Journal (European Respiratory Journal) mostra invece dei dati e degli studi che vedrebbero una posizione decisamente più “possibilista” rispetto al “niet” dell’Oms. «Entrambi i team di ricerca stanno segnalando una maggiore espressione di ACE-2 nelle vie aeree dei fumatori attuali e in quelli con BPCO con importanti implicazioni per i pazienti con COVID-19», spiega l’Ers riferendosi a due studi pubblicati negli scorsi giorni, sottolineando però come «questa ipotesi si basa su esperimenti di laboratorio, non è supportata da dati clinici».
NICOTINA “AIUTA” A DIFENDERSI DAL CORONAVIRUS?
Invece secondo l’Ers ci sono diverse osservazioni recenti sulla prevalenza del fumo tra i pazienti ospedalizzati Covid-19 che sollevano ipotesi molto delicate e rilevanti: «Molti studi, sebbene basati su dati preliminari e soggetti a diverse limitazioni ( ad esempio mancanza di aggiustamento per i fattori di confondimento, possibilità di incapacità di riferire, registrazione inesatta o sottostima dello stato del fumo, ecc.), Suggeriscono che la percentuale di COVID ospedalizzati -19 pazienti che sono attualmente fumatori è di gran lunga inferiore al previsto sulla base dei tassi di fumo della popolazione», spiega ancora il resoconto sulla rivista scientifica. Nella complessa ricostruzione dei diversi esperimenti condotti sulla nicotina – che potete osservare integralmente a questo link – si arriva alla conclusione per cui «ovviamente, il fumo non può essere considerato protettivo per COVID-19 (o per qualsiasi altra malattia), ma i prodotti farmaceutici alla nicotina sono ampiamente disponibili e il loro ruolo in COVID-19 dovrebbe essere esplorato». La nicotina è un agonista colinergico ed è su questo che si dovrebbe insistere per studiare meglio il fenomeno nelle prossime settimane.