Il ministero dell’istruzione ha fatto chiarezza in merito alle pratiche di educazione fisica in casa. Dallo scorso mese di ottobre, da quando cioè quasi tutti gli studenti delle superiori hanno iniziato a svolgere lezioni con la formula del Dad, la Didattica a distanza, i professori di educazione fisica si sono dovuti organizzare, facendo svolgere piccoli esercizi ai propri studenti nelle loro camerette. Oggi, dopo tre mesi di Dad, il Miur ha fatto chiarezza vietando lezioni pratiche di educazione fisica in casa, in quanto tutti gli studenti non possono disporre di spazi idonei e sicuri per svolgere le attività proposte dai docenti.



Il quesito era stato sollevato dalla CAPDI, un’associazione di educazione fisica, che aveva chiesto appunto delucidazioni al ministero in merito alle decisioni dei dirigenti scolastici di vietare le esercitazioni pratiche in ambito casalingo, e lo stesso Miur ha fatto sapere: “I protocolli dell’ISS annoverano l’attività fisica tra le tipologie di insegnamento che presentano condizioni di rischio più elevato e prescrivono che, in caso di rischio maggiore, debbano essere sospese. Il Ministero dell’Istruzione non ha titolo per fornire ulteriori indicazioni specifiche che debbano necessariamente essere fornite dalla competente autorità sanitaria”.



NIENTE EDUCAZIONE FISICA IN CASA CON DAD, LA REPLICA DEL CAPDI

Secondo la stessa associazione di educazione fisica, come riporta il sito Orizzontescuola.it, vietare lezioni pratiche agli alunni rappresenta una “lesione” della libertà di insegnamento, per poi aggiungere che “le scienze motorie in generale infatti possono avvalersi di una vastissima gamma di attività pratiche, molte delle quali sono assolutamente eseguibili in sicurezza in qualsiasi ambiente”. La questione dell’educazione fisica in casa rappresenta soltanto l’ultima delle problematiche sorte negli ultimi mesi con la didattica a distanza, uno strumento di insegnamento che può funzionare nel breve periodo e in caso di emergenze, ma che a lungo non può assolutamente sostituire il classico insegnamento in presenza, un pensiero tra l’altro sottolineato anche in questi giorni dalla ministra Azzolina.

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